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Chiusura scuole, il governo è convinto eppure “non c’è prova scientifica che riduca i contagi”. Lo studio

Pubblicato il 29/03/2021 13:09

Non ci sono evidenze scientifiche, eppure il governo continua sulla sua strada. Venerdì (26 marzo) è stato pubblicato sulla prestigiosa rivista The Lancet uno studio effettuato da accreditati ricercatori italiani del campo medico.

Lo studio mostra chiaramente “come la chiusura delle scuole, per limitare la diffusione del Covid, non sia supportata da evidenze scientifiche, in alcun modo. Anzi le infezioni da Sars-CoV-2 si verificano raramente a scuola e la trasmissione dagli studenti agli insegnanti è rara”. (Continua dopo la foto)

L’incidenza da Covid-19 che si è registrata nella popolazione degli studenti è  inferiore rispetto alla popolazione generale e le chiusure delle scuole non hanno alterato o determinato il tasso di Rt. “Non abbiamo neanche riscontrato un ritardo inequivocabilmente costante tra l’apertura della scuola e l’ aumento di Rt”, spiegano i ricercatori.

“Se l’apertura della scuola è stata considerata come il motore della seconda ondata di Covid-19 dalla stampa popolare, così come dagli opinion maker e la loro chiusura è stata predicata da diversi analisti di dati, non c’è alcuna prova che questo sia vero”, concludono gli studiosi.

Il quadro che è emerso è il risultato della analisi condotta su tutte le Regioni su cui sono stati effettuati i tracciamenti e le diffusioni dei contagi e in seguito gli spostamenti degli indici sono stati messi a confronto con i risultati.

Inoltre è necessario tenere presente, sottolineano i ricercatori dello studio, così come riferiscono anche altre ricerche internazionali, che “i bambini sembrano meno suscettibili all’infezione e, se infettati, sembrano avere un arsenale preformato di anticorpi cross-reattivi neutralizzanti che potrebbero ridurre la probabilità di trasmissione del virus”. (Continua dopo la foto)

Ad esempio, viene riferito il caso nel Comune italiano di Vo ‘Euganeo, “dove il 70% della popolazione è stato sottoposto a screening due volte e il 2,6% della popolazione è risultato positivo, nessun bambino sotto i 10 anni è risultato positivo, anche se questi bambini vivevano nella stessa famiglia con un individuo positivo”.

Nel Regno Unito grazie ad un ampio studio di coorte su 12 milioni di persone è possibile sostenere che “il rischio di infettare e contrarre la Sars-Cov-2 aumenti con l’età”.

In Campania invece, “la tendenza all’aumento dell’incidenza del Covid-19 nella popolazione generale è stata concomitante a quella osservata tra gli studenti e non è stata frenata dalla chiusura delle scuole”.

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