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Chiuso per ferie! La burocrazia blocca i finanziamenti salva-imprese

Pubblicato il 06/08/2020 14:01 - Aggiornato il 06/08/2020 14:04

È davvero assurdo! Come è possibile che fatti così urgenti siano trattati alla stregua di un qualunque problema. Si vede che chi ha la pancia piena non sente l’urgenza di agire.

Un’altra volta la burocrazia, in questo caso resa ancor più lenta per le ferie d’agosto e gli orari ridotti dei dipendenti, si interpone con prepotenza tra l’imprenditore in difficoltà e quel goccio di liquidità, che potrebbe veramente fare la differenza tra la vita e la morte per l’impresa.

“Gentile cliente, abbiamo completato l’istruttoria e deliberato il credito di 300mila euro da lei richiesto. -E qui arriva la manganellata- purtroppo la pratica non può essere però ancora perfezionata perchè gli uffici competenti sono in FERIE”.

Siamo sicuri di vivere tutti sullo stesso pianeta e di essere tutti consapevoli di quanto danno abbia procurato all’economia reale, già debole dagli anni precedenti, il lockdown?

La garanzia statale, spiega il quotidiano la Repubblica, compete alla Sace, società pubblica al 100%. La quale però si appoggia al Mediocredito centrale, altra società pubblica al 100%, controllata da Invitalia. Ricordiamo che Invitalia (Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa) è guidata dal Commissario speciale -speciale sicuramente per le indubbie doti che finora ha dimostrato di possedere- Domenico Arcuri. È una vergogna che dopo tutti questi mesi, un imprenditore riceva una risposta del genere! È logico che chi avrebbe dovuto occuparsene o non se n’è occupato oppure lo ha fatto con i piedi.

Una risposta del genere sarebbe normale se fosse una stagione estiva come tutte le altre. Ma quest’anno non è una stagione estiva come tutte le altre. Perché dietro a tutti i numeri delle stime di contrazioni del Pil, debito pubblico, crollo dei fatturati di qualiasi voglia filiera, ci sono famiglie, ci sono cittadini, ci sono persone che non sanno come fare e se il futuro riseverà per loro difficoltà ancora più grandi.

C’è tutta una Nazione le cui sorti si poggiano su un complesso meccanismo economico di produzione, di domanda e di offerta, di reti ben incastrate e interdipendenti. Basta il colpo di grazia a un tassello per rendere la situazione più complicata e farla saltare tutto.

Che tipo di calamità naturale o di disgrazia deve abbattersi per far cambiare musica a questo Paese? Se non adesso, che ci troviamo davvero in una situazione straordinaria, allora quando? Non andremo da nessuna parte in questo modo.