“Gli ultimi dodici mesi hanno fatto registrare un aumento di malori nella fascia di età tra i 12 e i 40 anni. In alcuni casi si tratta di patologie congenite del sistema di conduzione elettrico del cuore che possono portare anche a morti improvvise nei giovani e negli atleti in particolare, ma non sempre è così”. Inizia così un articolo di Federica Bosco su Sanità Informazione. Un articolo importante perché mette nero su bianco un fenomeno che finora solo la controinformazione – noi de Il Paragone in testa – ha cercato di portare all’attenzione di tutti, segnalando ogni giorno i malori improvvisi e i decessi, soprattutto tra i giovani. Con numeri davvero allarmanti, di cui però finora ministero della Salute e Enti preposti sembrano non curarsi. “Sono arrivate diverse segnalazioni di casi di malori improvvisi da più parti – ammette proprio a Sanità Informazione Alessandro Capucci professore ordinario di malattie dell’apparato cardiovascolare a Bologna e già Direttore della clinica di Cardiologia dell’Ospedale Torrette di Ancona – in Svezia, Asia, Taiwan, Israele e recentemente è uscito proprio un lavoro israeliano secondo cui i casi sono aumentati nell’ultimo anno”. Per lo studio sarebbe un eccesso di catecolamine circolanti a determinare il danno cardiaco. (Continua a leggere dopo la foto)
Cosa accade dunque in un soggetto giovane, in particolare maschio? “Nei casi di morte improvvisa a seguito di un malore – prosegue Capucci – l’autopsia avrebbe rivelato un aumento delle bande di contrazione e dei mononucleati che farebbe pensare ad un eccesso di catecolamine circolanti e infatti molte segnalazioni riguardano soggetti maschi giovani che praticano sport e che hanno dunque già un livello di catecolamine più elevato. Un eccesso di questi ormoni circolanti determinerebbe danni a livello miocardico e conseguente miocardite”. La causa, dunque, di questi malori sarebbe riferibile alle catecolamine, ormoni prodotti dal surrene, che circolano nel sangue e vengono rilasciati in situazioni di stress o ipoglicemia, causando aumento di frequenza cardiaca e di pressione arteriosa. (Continua a leggere dopo la foto)
“Oltre ad un eccesso di catecolamine, anche la concentrazione della proteina spike potrebbe avere un ruolo fondamentale”, afferma il giornale. E – udite udite – a confermalo è lo stesso professor Capucci, che aggiunge: “Il vaccino Pfizer, avendo una minore concentrazione di spike, risulterebbe essere meno lesivo in questo senso. Di conseguenza la concentrazione delle proteine spike potrebbe essere un evento fondamentale da tenere sotto controllo”. Come prevenire un evento avverso di questo tipo rappresenta dunque la sfida da vincere nei prossimi mesi, anche se molto c’è ancora da dire sui morti pregressi e sul fatto che – come ammesso da Pfizer stessa – il “vaccino” sia stato immesso nel mercato senza test. “Ad esempio bisognerebbe rivedere il dosaggio del vaccino anti-Covid da somministrare, magari pensando ad una dose su misura per i giovani, in relazione al peso corporeo”, sottolinea Capucci. (Continua a leggere dopo la foto)
“È opportuno ripensare al vaccino come ad un farmaco che ha indicazioni e dosaggi specifici. Un esame della troponina prima della somministrazione del vaccino permetterebbe di fare una valutazione da un punto di vista ematochimico – conclude il cardiologo Cappucci – Ma la cosa più importante sarebbe monitorare, dopo la vaccinazione, i soggetti più a rischio, ovvero maschi giovani che fanno attività fisica”.
Per saperne di più: qui il link allo studio israeliano; qui il link allo studio brasiliano, entrambi citati nell’articolo.
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