Mentre il contenzioso tra lo Stato e Autostrade per l’Italia continua, con Conte a sbandierare ancora l’ipotesi della revoca mentre Pd e Italia Viva tirano forte il freno sconsigliando azioni di forza, c’è una Regione in ginocchio che conta i danni, drammatici. La Liguria, paralizzata nel suo sistema logistico, ha già pagato un prezzo altissimo per le inefficienze altrui: 200-250 milioni di euro già andati in fumo, stando alle stime realizzate da Spediporto a fronte di un caos che dura ormai da oltre un mese. Con il bilancio che rischia di farsi ancora più gravoso col passare dei giorni e con i ritardi di un governo non ancora intervenuto con decisione.
Confcommercio e Conftrasporto non hanno tratteggiato scenari più rosei, anzi. Il 50% della logistica italiana si muove attraverso la Liguria, e il solo ritardo di un’ora degli oltre 30 mila camion che ogni giorno attraversano la Regione costa alle aziende circa 2 milioni di euro. E chi paga il conto, salato, per questa situazione di confusione generale? Ovviamente il consumatore, al quale arriveranno inevitabilmente merci dal prezzo maggiorato, così da recuperare almeno in parte i soldi andati in fumo. E nelle prossime settimane il calendario prevede altri ostacoli lungo il difficile cammino del ritorno alla normalità.
Dalla fine di luglio, la linea ferroviaria Genova-Milano sarà infatti interrotta per i lavori legati al Terzo valico. Un ulteriore macigno su una situazione già al limite. Il Sole 24 Ore ha poi spostato il focus su un altro tasto dolente: il porto del capoluogo ligure, che anche a causa del lockdown ha registrato perdite ingenti. La diminuzione dei traffici oscilla tra l’11% e il 29% a seconda della settimana presa in considerazione, e non sono attesi grossi scossoni in positivo all’orizzonte. Così come non ci aspetta che riprenda a breve il flusso di turisti, scoraggiati da una situazione così caotica che si somma alle paure per la pandemia.
In tutto questo il governo da un lato continua le trattative con Autostrade, invocando a gran voce la revoca delle concessioni senza però di fatto attuarla e continuando, anzi, le trattative con i Benetton. Dall’altro, interviene con estremo ritardo e senza troppa convinzione in soccorso di una Regione che da settimane chiede aiuto a gran voce: nel Dl Semplificazioni sono state infilate all’ultimo minuto le linee guida per il programma di ispezione e manutenzione delle gallerie. Ma i tempi saranno lunghi: un mesetto almeno prima che il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici le emani, con il rischio che si slitti ancora più in là sul calendario. Tardi, decisamente troppo tardi per dare una mano a chi conta i danni, e parecchi.
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