Nonostante le mille polemiche, i ritardi iniziali e le proteste di quegli italiani che non vogliono farsi imporre il vaccino come un obbligo, sottolineando come anche la scienza sia tutt’altro che sicura dell’efficacia e della sicurezza dei farmaci attuali, il governo Draghi tira dritto lungo la sua strada. Senza mai fermarsi a riflettere o per ascoltare qualche voce contraria, il ministero dell Salute ha così iniziato un confronto con il generale Francesco Figliuolo per iniziare a discutere del prossimo passaggio: la terza dose, per la quale si cercherà di abbandonare la logica dell’emergenza in favore di quella della programmazione.
Poche ancora, al momento, le certezze. Una, però, è che la Commissione Europea non confermerà, per l’anno prossimo, i contratti con chi produce i vaccini a vettore virale, in particolare con AstraZeneca. Proprio il farmaco, guarda caso, che in questi giorni è protagonista dei vari Open Day in Italia, difeso dagli esperti che improvvisamente ne tessono le lodi dopo tanti dubbi, e che fra 12 mesi sparirà completamente dal nostro mercato. L’accordo è per l’acquisto di 900 milioni di dosi di Pfizer, bastato sulla tecnologica dell’Rna messaggero e considerato per questo più affidabile sia per efficacia che per sicurezza.
Stando a quanto anticipato da Repubblica, il piano al momento sarebbe quello di somministrare la terza dose a quella fascia di popolazione considerata più fragile per età avanzata o particolari condizioni di salute. Una lista alla quale andrebbero poi aggiunti i lavoratori considerati “essenziali” e il personale sanitario, che in queste settimane ha più volte protestato contro l’obbligatorietà della vaccinazione. In totale, quindi, circa un terzo della popolazione italiana, con somministrazioni che potrebbero essere effettuate insieme a quelle dei farmaci antinfluenzali.
Per quanto riguarda i tempi, al momento la finestra che sembra più probabile è quella di inizio 2022, anche perché nel frattempo arriverà il green pass, altro obbligo che ci sarà imposto dall’Europa e che permetterà di viaggiare tranquillamente soltanto a chi nel frattempo si sarà sottoposto a vaccino, rendendo difficilissima la vita a chi ancora nutre dubbi in merito. Le somministrazioni potrebbero avvenire anche negli studi di medici e pediatri, con il personale sanitario che invece andrebbe vaccinato direttamente all’interno delle strutture nelle quali è impiegato.
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