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Un’altra grande banca rischia di fallire. Questa volta il contagio arriva in Europa

Pubblicato il 15/03/2023 19:09 - Aggiornato il 16/03/2023 22:32

Pare, e speriamo veramente di sbagliarci, di rivivere i primi momenti del biennio 2007-2008, quando la crisi dei mutui subprime originò l’effetto domino che investì l’economia globale. Dopo il collasso della Silicon Valley Bank, un’altra grande banca rischia di fallire: parliamo di un vero colosso, la più importante banca svizzera (assieme a Ubs) ovvero la Credit Suisse, che ha fatto chiudere in pesante ribasso tutte le borse mondiali. Precisiamo che la banca è svizzera, ma il capitale più cospicuo è per lo più saudita. E proprio il principale azionista, con il 10%, la Saudi National Bank, ha escluso di aumentare la sua partecipazione per voce del suo presidente, Ammar Al Khudairy. Il diniego alla ricapitalizzazione sarebbe dovuto a “vincoli normativi”, ma colpisce sia arrivato all’indomani dell’ammissione della stessa banca ginevrina che il suo revisore dei conti, PwC, ha identificato “debolezze sostanziali” nelle sue comunicazioni finanziarie. Credit Suisse ha bruciato un quinto del proprio valore solo nella giornata di oggi e alla Borsa di Zurigo il titolo è sceso di quasi il 28%. L’agenzia Reuters ci informa che la Bce sta chiedendo, in queste ore, alle banche di tutta Europa di comunicare la loro esposizione nei confronti di Credit Suisse. In questi casi, infatti, il rischio è il “contagio” tra le banche: Deutsche Bank a metà giornata perdeva l’8,9%, Unicredit il 7,3% e Société Générale l’11,9%, Banco Bpm il 6,41%, Intesa Sanpaolo il 6,66%, Bper il 5,90%, FinecoBank il 6,92%. Ciò dimostra che le due vicende di questi giorni – anche se si tratta di una coincidenza temporale, non essendoci rapporti reciproci tra la Silicon Valley Bank e Credit Suisse – potenzialmente potrebbero scatenare un disastro per le borse di tutto il mondo. (Continua a leggere dopo la foto)
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credit suisse rischio fallimento

Mentre leggiamo su Il Sole 24 Ore che Chris Ludwig, capo globale Strategic shareholder advisory di Credit Suisse, entra in Barclays, la situazione dell’istituto elvetico pare davvero drammatica. Il bilancio con passività è di 486 miliardi di franchi svizzeri (525 miliardi di euro) alla fine del 2022 e la capitalizzazione di Borsa è ridotta ormai a soli 7 miliardi, dopo l’annuncio della banca di Riyad. La tempesta perfetta che ha colpito la banca risente anche dell’emorragia di denaro dei correntisti: nel quarto trimestre del 2022 – secondo Sky TG24 – la banca ha registrato la perdita netta di 110 miliardi di franchi di fondi in gestione; nell’intero anno “il deflusso è stato di 123 miliardi”. I certificati di assicurazione sull’insolvenza (Credit default swap) di Credit Suisse si stanno avvicinando alla soglia critica dei 1.000 punti, che indica un serio pericolo per la continuità aziendale del gruppo. (Continua a leggere dopo la foto)

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Recente, inoltre, la notizia che l’amministratore delegato di BlackRock, il più grande fondo d’investimento del mondo, Larry Fink (in foto), ha scritto nella lettera agli azionisti: “Credo che l’inflazione persisterà e, per i banchieri centrali, sarà più difficile domarla”, aggiungendo che “ulteriori chiusure di banche” non sono da escludere, in quanto frutto di “anni di denaro facile“.

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