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Un’intelligenza artificiale per controllare gli italiani: ecco l’ultima arma del Fisco, funzionerà così

Pubblicato il 27/05/2022 12:57

L’annuncio c’era già stato nei mesi scorsi, quando gli esponenti del governo Draghi avevano paventato l’ipotesi del ricorso a una nuova intelligenza artificiale per contrastare l’evasione fiscale, con tanto di algoritmi elaborati ad hoc per l’occasione. La tecnologia al servizio del Fisco, insomma, per scovare chi nasconde allo Stato soldi che invece gli dovrebbe. E con il rischio però, già sostenuto da diversi analisti, che si tratti del primo passo verso l’istituzione di un vero e proprio Grande Fratello pensato per tenere sotto controllo i cittadini, in maniera quantomai invadente.

Il direttore dell’Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini ha ribadito che ci troviamo di fronte a una ormai prossima innovazione dei controlli, come richiesto dall’Unione Europea. E così basta dare un’occhiata al progetto “A data driven approach to tax evasion risk analysis in Italy” per capire cosa ci aspetta in futuro: come rivelato da Federico Garau sulle pagine del Giornale “la tecnologia servirà anche per controllare. Verranno verificati acquisti e movimenti di denaro al fine di scoprire il reale tenore di vita del cittadino e individuare, in questo modo, i presunti evasori. Insomma, per quanto vengano impiegate definizioni altisonanti, spesso e volentieri pure in inglese, il fine resta sempre il solito”

I dati saranno tutti in possesso del Fisco, “dall’anagrafe tributaria fino ad arrivare agli account social. A svolgere il lavoro sarà l’intelligenza artificiale grazie ai suoi algoritmi e alla sua spiccata capacità di apprendimento automatico”. Stando all’ultimo rapporto Censis, riportato da Libero Quotidiano,”la Guardia di Finanza investirà 32 milioni di euro in big data e cybersicurezza con l’obiettivo di creare una infrastruttura per semplificare le operazioni di analisi dei dati, anche attraverso modelli statistici”.

Un’intelligenza artificiale che, stando ai proclami, potrebbe addirittura operare nel ramo della prevenione dei comportamenti fraudolenti. Tradotto, a finire sotto la lente d’ingrandimento del Fisco potrebbero essere comuni cittadini che non hanno commesso alcun tipo di reato e che potrebbero però finire catalogati come “a rischio”. Inoltre, alla tecnologia potrebbe presto essere affidato anche il compito di emettere e motivare gli atti di accertamento, con eventuale intervento del giudice tributario a deliberare sui ricorsi. Con queste premesse, insomma, non c’è da stare troppo tranquilli. Anzi.

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