Una “stretta soft”: questa l’ultima idea del governo sul fronte reddito di cittadinanza, strumento che nelle ultime settimane è stato al centro di un acceso dibattito tra le forze politiche che compongono la maggioranza di centrodestra. Secondo il sottesgretario al Lavoro Claudio Durigon, infatti, serve “un décalage e un sistema che incentivi le persone a lavorare”. Nessuna abolizione da un giorno all’altro, dunque, ma un percorso a esaurimento. Come anticipato dal Corriere della Sera, l’esecutivo punterebbe a risparmiare sul Rdc per aumentare la flessibilità su quella che nel frattempo è diventata Quota 102. Durigon chiarito: “Togliere i soldi ai poveri per mandare in pensione lavoratori con 41 anni di contributi (più 61 di età), che non hanno problemi di reddito? Ma no vogliamo solo dare una risposta diversa a chi può lavorare: dignità attraverso il lavoro”. (Continua a leggere dopo la foto)

Secondo Durigon, ” la proposta della Lega è più morbida di altre che circolano nella coalizione, ma si muove nello stesso solco. Il sussidio non può essere a vita. Va fissato un termine oltre il quale non si può andare, un po’ come con la Naspi”, l’indennità di disoccupazione. Un percorso “ragionevole”, per Durigon, “prevede, dopo i primi 18 mesi di Reddito, che si possa andare avanti al massimo per altri due anni e mezzo, ma con un décalage”. (Continua a leggere dopo la foto)

Il meccanismo funzionerebbe così: dopo i primi 18 mesi, se la persona non ha trovato un lavoro, viene sospesa dal sussidio e inserita per sei mesi in un percorso di politiche attive del lavoro. Per esempio, corsi di formazione adatti al suo profilo e alle richieste delle aziende. Percorso che, ha detto la premier Giorgia Meloni, potrebbe essere retribuito ricorrendo alle risorse del Fondo sociale europeo. (Continua a leggere dopo la foto)

Se dopo 6 mesi la persona è ancora senza lavoro, ha concluso Durigon, potrebbe ottenere di nuovo il Rdc, “ma con un importo tagliato del 25% e una durata ridotta a 12 mesi” durante i quali continuerebbe a fare formazione. Se anche dopo questo periodo il beneficiario non è entrato nel mercato del lavoro, verrà sospeso per altri sei mesi, passati i quali potrà chiedere per l’ultima volta il Rdc, questa volta “solo per sei mesi e per un importo decurtato di un altro 25%”.
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