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Basta stranieri! Prima della scala, Sgarbi all’attacco: “Sono troppi anni che va avanti così”

Pubblicato il 08/12/2022 10:24 - Aggiornato il 08/12/2022 10:29

Alla vigilia dell’inaugurazione della Prima della Scala, che ha visto la partecipazione del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, della presidente della Commissione UE Ursula von der Leyen, del presidente del Senato Ignazio La Russa e della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, il Sottosegretario alla Cultura torna all’attacco e non le risparmia proprio a nessuno. Sotto il mirino di Vittorio Sgarbi questa volta il Comune di Milano. La critica sferrata dal critico d’arte non ha a che fare semplicemente con la riduzione dei fondi ai teatri contro le “regie faraoniche e incontinenti” che hanno costi “sproporzionati” del prestigioso teatro milanese, ma anche con la provenienza del sovrintendente del medesimo.

“La mia opinione è questa: perché la Scala deve avere sempre sovrintendenti stranieri, posso dirlo o devo avere la delega? Vorrei che almeno due istituzioni italiane, la Scala e gli Uffizi avessero un direttore italiano. E sono amico degli attuali direttori, ma lo dico come principio. Risulta che ci sia un direttore italiano al Louvre o all’Opera?”, ha detto il sottosegretario a margine dell’inaugurazione della fiera della media e piccola editoria Più libri più liberi a Roma. (Continua dopo la foto)

“Sarà opportuno quindi – ha detto il sottosegretario – ripensare al rapporto tra il teatro, la creatività e il popolo, e anche valutare l’indicazione di un nuovo sovrintendente. Attenzione: nulla contro gli stranieri. Ma per quel che riguarda due simboli assoluti dell’Italia davanti al mondo, due valori nazionali, gli Uffizi, dove pure ha operato un ottimo direttore tedesco, e la Scala, non s’intende perché non si possa, anzi non si debba, indicare un italiano. Ne ho parlato anche con Riccardo Muti, che vuole fermamente in Italia le spoglie del grande Cherubini, sepolto a Parigi, al Père Lachaise”. “Da troppi anni – ha concluso Sgarbi – il sovrintendente della Scala è uno straniero. Perché non il sindaco straniero, allora?”.

Non solo l’attacco alla sovrintendenza straniera, Sgarbi si pronuncia contro i tagli alla cultura e si esprime in maniera contraria alle ‘regie faraoniche’ e richiede una equa distribuzione dei fondi: “La cultura è, nella legge, considerata un bene primario per impedire la ‘disabilità’ dei cervelli di cui molti politici danno prova. Il problema infatti è l’equa distribuzione dei fondi, insufficienti per il rispetto dei dipendenti e delle maestranze, mentre i costi di regie faraoniche e incontinenti – ha aggiunto Sgarbi – sono sproporzionati, e le produzioni limitate alla sola Scala, senza condividere i costi con altri teatri, pure enfatizzando il mirabile magistero di registi stranieri”.

Non manca la replica del direttore artistico della Scala, il francese Dominique Meyer, finito al centro dell’accusa di Sgarbi. Arrivando al Teatro alla Scala per l’inaugurazione della stagione operistica Meyer ha risposto: “Io non faccio commenti su questo, io sono in Italia da 30 anni e la prima volta che sono venuto alla Scala era il 1980. Non mi sono mai sentito uno straniero. E mi sento a casa laddove si fa cultura”, ha detto. “Per la prima volta ho sentito questa parola dura, ‘straniero’, mi ha fatto pena. Io sono stato accolto qui sempre molto bene da 35 anni – ha aggiunto -. Sono presidente di varie giurie e sono sempre stato accolto a braccia aperte”.

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