La Corte dei Conti accende un’altra luce su Autostrade: stando a quanto si apprende, la società dei Benetton ha avuto contributi statali per i pannelli fonoassorbenti irregolari: un’operazione da un miliardo di euro su cui ora si apre l’ennesima indagine. Ne dà conto Tommaso Fregatti su Il Secolo XIX, che spiega: “Per insonorizzare in tutta Italia la rete autostradale e installare le barriere fonoassorbenti Autostrade ha beneficiato anche di finanziamenti pubblici. E ora la Procura indaga proprio sulla costruzione di quei pannelli pericolosi e non a norma e ipotizza un danno erariale”.
“Al punto che il pubblico ministero Walter Cotugno, che coordina le indagini, nelle prossime ore trasmetterà un’informativa alla Corte dei Conti nella quale viene messo nero su bianco questo aspetto. La svolta che può costringere Autostrade a versare una ingente somma allo Stato arriva dall’analisi della documentazione sequestrata nelle scorse settimane dalla guardia di Finanza nelle sedi della concessionaria”.
Si legge ancora nell’articolo: “Tra i documenti è stato scoperto che i lavori per l’installazione di queste barriere non sono stati coperti finanziariamente solo da Autostrade. Ma sulla base della legge sull’inquinamento acustico Aspi ha beneficiato anche di contributi pubblici”. Spiega poi a Il Secolo XIX una qualificata fonte della Procura: “L’opera totale è stata finanziata da tre elementi: la parte spettante alla concessionaria, i pedaggi e una quota statale”.
Mettiamo fine a questo scempio. Sta crollando il castello di carta dei Benetton. Per anni, loro (soprattutto) e tutte le altre concessionarie, hanno guadagnato miliardi di euro sulle spalle dello Stato e dei cittadini. La rete deve tornare sotto la gestione dello Stato (attraverso Anas). E così facendo si potranno eliminare anche i pedaggi, per il bene dei cittadini e per la convenienza dello Stato.
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