Forse se ne sono accorti in pochi, altri magari hanno fatto finta di non vedere. Eppure all’interno del decreto Milleproroghe il grande assente è il tema delle aste giudiziarie, un buco nero nel quale ancora oggi migliaia di famiglia italiane vengono risucchiate finendo prigioniere di un circolo vizioso di debiti da saldare vendendo immobili battute a cifre molto inferiori al loro lavoro. E dove la criminalità può affondare gli artigli indisturbata, approfittando dei vuoti normativi. Il duplice emendamento al testo per rendere tracciabili i miliardi delle aste immobiliari, da sempre terreno di conquista della malavita, e istituire una banca dati è uscito dal dibattito parlamentare.
A segnalare l’omissione sono state le Acli, alcune associazioni di commercianti e l’associazione Favor debitoris: in un appello rivolto direttamente al premier Conte hanno chiesto di reintrodurre il testo, dichiarato inammissibile perché investirebbe “aspetti procedurali-processuali”, all’interno del decreto. Queste stesse realtà nelle scorse settimane avevano lavorato fianco a fianco con alcuni parlamentari e magistrati per tentare di fornire una risposta efficace a una “vera e propria piaga sociale” che richiederebbe “misure urgenti per impedire il riciclaggio e la lavanderia di centinaia di milioni, se non miliardi, di euro”.
Le modifiche proposte erano state in un primo momento giudicate in maniera positiva dagli uffici del ministero della Giustizia, e riprendono il filo di una discussione affrontata già nel Milleproroghe 2019 dello scorso anno fa, quando si era tentato di mitigare alcuni degli effetti della riforma sulle esecuzioni immobiliari introdotta dal governo Renzi nel 2015. Quella, per intenderci, che per accelerare i processi fa sì che i beni vengano battuti all’asta a un prezzo assai inferiore al loro reale valore, impedendo alle famiglie, costrette a gesti tanto disperati, di recuperare somme necessarie a pagare i debiti che gravano sulle loro spalle.
All’epoca del Conte Uno, con il governo composto dal Movimento Cinque Stelle e dalla Lega, l’esecutivo sembrava d’accordo sulla necessità di un pronto intervento in questa direzione, senza eccepire sul fatto che le modifiche riguardino questioni procedurali e perfino processuali. Ora, i firmatari dell’appello chiedono chiarimenti in merito, convinti che gli interventi proposti siano necessarie per contrastare la criminalità e salvaguardare i risparmi delle famiglie italiane.
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