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Allarme in Riviera: stanno rovinando gli imprenditori balneari. Oltre alla Bolkestein pure questo!

Pubblicato il 20/07/2021 13:17

È allarme in Riviera. Insieme al gravoso problema delle autostrade liguri, adesso si aggiunge anche quello relativo alla mancanza di posti in spiaggia. Arrivano “le telefonate negli alberghi per prenotare camere per le vacanze di agosto con la richiesta del posto in spiaggia” ed ecco qui “le sorprese più amare”, si legga sul sito ivg.it.

Il guaio, denunciato da tutti gli albergatori, è che “negli stabilimenti balneari non ci sono posti disponibili. Solo gli hotel con spiaggia privata riescono ad accontentare i turisti che chiedono camere per il soggiorno e posto in spiaggia per la tintarella e il relax”.

 L’Unione Provinciale Albergatori (Upa) di Savona alza i toni e cerca di richiamare l’attenzione doverosa del Ministro del Turismo. Dov’è Garavaglia? Stanno rovinando gli imprenditori balneari. Siamo al 20 di luglio e la situazione è pessima. L’Upa spiega che la carenza dei posti in spiaggia è dovuta “alle restrizioni Covid”.

Gli stabilimenti balneari sono obbligati a mantenere spazi adeguati tra un ombrellone e l’altro per evitare assembramenti tra i bagnanti. Ma la morfologia ristretta “a lingua di sabbia” della Riviera non lo consente. “È difficile accontentare tutti e le file di ombrelloni si riducono ed è ecco perché la disponibilità per i bagnanti che prenotano in albergo è assai limitata”.

Upa ritiene che la soluzione potrebbe essere diminuire di un metro la distanza da mantenere: “Appoggiamo la proposta della Regione che vorrebbe ridurre da 10 a 9 metri la distanza tra gli ombrelloni. Solo in questo modo si potranno ricavare altri posti per sistemare i lettini ed evitare altre disdette come quelle piovute a raffica in questi giorni”.

Non solo la Bolkestein, direttiva approvata dalla Commissione europea nel 2006, contro cui gli imprenditori balneari italiani si sono da sempre scagliati, adesso a pesare sulle loro spalle anche le conseguenze dure della pandemia aggravate dall’incapacità del governo e dalla mancanza di uno Stato forte che sostenga le realtà economiche del nostro Paese.