Tra le tante contraddizioni della gestione italiana dell’emergenza Covid, ce n’è una particolarmente evidente ora che il governo ha dato il via alla campagna di somministrazione della terza dose: il numero di persone che sta prendendo tempo e rinvia la nuova inoculazione, rimanendo così “scoperte” in quanto secondo i medici ormai prive delle difese contro il virus, ha superato quello delle persone non vaccinate, che non si sono sottoposti ancora nemmeno alla prima dose. Da un lato, la conferma dei timori degli italiani di fronte alle decisioni prese dai propri governanti. Dall’altro, la conferma di quanto pericoloso sia pensare che il Green pass possa essere strumento decisivo nella lotta alla pandemia.
Come spiegato da Carlo Cambi alle pagine de La Verità, quasi tutti gli esperti sono ormai concordi nel ritenere pericolosa un’associazione tra il certificato virtuale e una presunta protezione dal Covid. Alle pagine di Repubblica, Luca Ricolfi ha parlato di vera e propria illusione, prendendo una posizione netta: “La politica può anche imporci l’obbligo, ma non può esortarci ossessivamente a vaccinarci e poi non garantire che almeno la capacità di vaccinazione sia portata quanto prima a un livello accettabile”. La conferma è arrivata dai 13 mila casi di medici e infermieri contagiati, tutti ovviamente con due o tre dosi già alle spalle.
Gli italiani hanno capito bene la situazione e prendono tempo, invece di correre a effettuare la terza dose. Con numeri imbarazzanti per il governo: a fronte di 5,5 milioni di persone che ancora non hanno ricevuto la prima dose, ce ne sono 18 milioni che tardano a prenotare la terza. Il dibattito su quando e quanto cali rapidamente la protezione è ancora aperto tra gli scienziati, con la posizione più diffusa che vede lo scudo anti-Covid ridursi al 30% dopo 8 mesi. Di sicuro, c’è una bella fetta della popolazione del nostro Paese che si attarda, nonostante gli appelli del governo. Ma che resta regolarmente in possesso del Green pass, libera di muoversi e potenzialmente infettarsi e contagiare.
Non resta che chiedersi quindi, a questo punto: perché Draghi e i suoi ministri continuano le loro personalissime crociate contro i non vaccinati, evidentemente non responsabili per l’improvvisa esplosione dei contagi invernale? Una domanda alla quale, probabilmente, non seguirà mai una risposta ufficiale da parte dei nostri rappresentanti. Che, nel frattempo, lavorano all’ennesima stretta per punire chi ancora non si è sottoposto alla vaccinazione.
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