È scontro tra Davide Casaleggio e un’ampia fetta del Movimento dei 5 Stelle.
Le temetiche che accendono le fiamme sono più o meno “tutto quello che è sempre contato per il movimento”: la piattaforma Rousseau, la regola dei due mandati e la guida politica.
A destare la rabbia dei 5S, il raduno di sabato e domenica nel Villaggio Rousseau a Milano di molti maggiorenti organizzato da Casaleggio con lo scopo di lanciare un percorso per decidere nuovi metodi per la selezione dei candidati e di ribadire che il vincolo dei due mandati non si può toccare. Domenica inoltre ha convocato per l’11°anniversario della fondazione del Movimento, giorno 4 ottobre, un evento “aperto e inclusivo”, che stando a quanto riferito da il Fatto Quotidiano, rappresenterebbe un’occasione per “tirare una linea di demarcazione tra le due parti, o di qua o di là”. Una mossa che non è piaciuta.
Dalla parte opposta di Casaleggio, vi è l’ampia fetta del Movimento costituita da diversi big e da gran parte dei parlamentari. La riunione di martedì alla Camera che hanno preteso e ottenuto dall’attuale capo politico Vito Crimi, è stata luogo di discussione riguardante appunto la piattaforma e Casaleggio. Due tra gli obiettivi: togliere all’erede di Gianroberto le chiavi della piattaforma e abbattere il vincolo dei due mandati, prima ai sindaci e poi a tutti gli altri. A sperare che “Casaleggio dia il sì alla deroga sui due mandati almeno per i sindaci, Virginia Raggi che ha bisogno di sostegno trasversale per potersi ricandidare”.
I parlamentari come riferisce il quotidiano, “non vogliono più saperne di continuare a versare 300 euro al mese per una piattaforma gestita da un privato”. Crimi ha provato a salvare la casa madre: “Rousseau è la colonna vertebrale del movimento”.
Tra i presenti nella due giorni del Villlaggio Rousseau vi erano “amici e ostili” a Casaleggio. Tra i partecipanti Luigi Di Maio, Virginia Raggi, Nunzia Catalfo, Paola Pisano e Stefano Buffagni.