Mentre l’Italia continua nella sua personalissima caccia ai non vaccinati, in una rivisitazione contemporanea della persecuzione contro le streghe, il resto del mondo fornisce dati sull’andamento della pandemia che sembrano sconfessare le scelte di Mario Draghi e dei suoi ministri. Quelli che, per intenderci, in queste ore hanno intensificato la stretta contro chi non ha ancora ricevuto l’inoculazione, con il Super Green pass reso obbligatorio anche per i mezzi di trasporto, compresi quelli pubblici e locali. Ignorando i numeri che nel frattempo stanno arrivando dal Regno Unito.
Basta dare un’occhiata all’ultimo rapporto pubblicato dalla UK Health Security Agency per avere un quadro abbastanza chiaro dell’emergenza Covid sul territorio britannico. Tra i pazienti colpiti da Covid nel Regno Unito, di 896.440 si conosce lo stato vaccinale, ignoto invece in 79.392 persone. Possibile dunque tirare le somme in maniera netta, vista la conoscenza quasi totale delle scelte effettuate dagli inglesi in tema di vaccinazione. Bene, i numeri evidenziano come la gran parte delle persone risultate positive aveva ricevuto almeno la prima dose.
Per la precisione, i non vaccinati risultati poi infetti sono 132.809, pari al 14,8% del totale, mentre le persone positive con almeno una dose di vaccino rappresentano il rimanente 85,2%. In totale, dal 22 novembre al 13 dicembre le persone colpite dal Covid sul territorio del Regno Unito sono state 975.832. Entrando ancora più nel dettaglio, il risultato non cambia e anzi sembra contraddire ancora di più la posizione di Paesi come l’Italia, che hanno puntato tutto sull’introduzione di un obbligo di vaccinazione appena appena mascherato.
Del macroinsieme di persone vaccinate colpite dal Covid, che come visto sono la stragrande maggioranza dei pazienti registrati negli UK, soltanto 3.613 (lo 0,4%) aveva ricevuto una sola dose di vaccino. Questo significa che l’84,8% dei contagiati al di sopra dei 18 anni aveva ricevuto almeno due somministrazioni, come invocato dai virologi, alcuni addirittura tre. Scendendo nella divisione per fasce d’età, i non vaccinati sono solo il 20,2% dei cittadini tra i 18 e i 29 anni (233.696 casi totali), il 18,1% nella categoria 30-38 anni (236.422 casi), il 10,2% tra i 40 e i 49 anni (218.152 casi totali), il 7,2% tra i 50-59 anni (139.485 casi totali), il 6,8% dei cittadini positivi nella fascia 60-69 (54.784 infetti) e il 7,2% dei pazienti in età compresa tra i 70 e i 79 (17.531 casi).
Nemmeno nella fascia d’età più a rischio in assoluto, quella sopra gli 80 anni, la situazione cambia particolarmente: su un totale di 8.372 contagiati, soltanto l’8,5% non aveva il vaccino. Il tutto nonostante nel Regno Unito il numero di vaccinati sia inferiore a quello italiano (il 77% rispetto al nostro 85,79%). In totale, dall’altra parte della Manica 132 milioni e 121 mila persone hanno ricevuto la vaccinazione, con oltre 33 milioni che hanno già effettuato anche la terza dose. Di fronte a questi dati, la scelta di impedire una vita normale alle persone che rifiutato i farmaci anti-Covid attualmente disponibili appare sempre più incomprensibile, se non perché dettata da precise volontà politiche che poco hanno a che fare con la reale emergenza sanitaria.
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