C’è crisi? C’è recessione? E allora che si fa? Si mettono sul piatto 120 miliardi o si dà retta ai parametri di qualche burocrate? Da noi si è scelta la seconda strada, ma il Giappone ha deciso di intraprendere la seconda, quella giusta. Il premier nipponico Shinzo Abe ha lanciato un pacchetto di stimoli da 120 miliardi di dollari per rilanciare l’economia del suo Paese. La misura segna il ritorno alla Abenomics ed è il riconoscimento della vulnerabilità del Giappone, nonostante questi sette anni di crescita guidati dal governo Abe. Si tratta del primo piano di aiuti all’economia dal 2016. La cifra corrisponde all’1,9% del Pil e verrà spesa nei prossimi 15 mesi.
Il Giappone cerca di non farsi risucchiare dal rallentamento globale dell’economia e di superare i contraccolpi dell’aumento dell’Iva scattato a ottobre. Il pacchetto potrebbe avere un valore tra i 25 e i 26 trilioni di yen: 13,2 trilioni di yen dovrebbero essere le misure fiscali dirette, mentre il resto prenderebbe la forma di partnership con gruppi privati per progetti a sostegno dell’economia. “Le maggiori spese pubbliche – si legge su Il Post – dovrebbero ammontare a 9,4 trilioni di yen, a cui si affiancherà un extra budget di 4,3 trilioni. Tokyo ha calcolato che l’adozione del provvedimento fiscale dovrebbe dare una spinta al Pil nipponico pari all’1,4%”.
Le misure verranno attuate grazie un budget stanziato di 26 mila miliardi di yen (215 miliardi di euro), di cui circa la metà destinato a tagliare le tasse, secondo una bozza di testo redatta del governo giapponese e vista da Bloomberg. Sempre Bloomberg scrive che l’iniziativa del governo di Abe “ha a che fare con l’idea che per fronteggiare l’imminente recessione globale non sia più sufficiente l’attività di compensazione delle banche centrali, ma che ci sia bisogno di un’iniziativa politica da parte dei governi per sostenere la crescita”.
Secondo Taguchi, è necessario un intervento politico che porti avanti misure espansive per sostenere la crescita, cosa che il Giappone sembra appunto avere intenzione di fare. Secondo la bozza del programma, le misure dovrebbero aumentare il tasso di crescita economica dell’1,4 per cento all’anno, ma non è chiaro per quanti anni verranno adottate, né come verranno finanziate. Il Giappone ha il debito pubblico più alto del mondo, ma non è un problema per la sua economia principalmente perché è detenuto per lo più dagli stessi cittadini giapponesi, cosa che riduce il rischio di crisi finanziarie.
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