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L’Europa ci tiene d’occhio: grazie al Recovery Fund l’Italia diventa una “sorvegliata speciale”

Pubblicato il 21/07/2020 13:46

Terminate le esultanze sfrenate, sarebbe il caso di soffermarsi con maggiore lucidità sui risultati portati a casa dall’Italia al termine del Consiglio Europeo sul fronte Recovery Fund. Soldi che inizieranno ad arrivare soltanto nel 2021, che hanno visto crescere la percentuale di prestiti rispetto ai trasferimenti diretti. E che ci terranno incollato l’occhio degli altri Stati, Germania in primis, a lungo. Il diritto di veto caro agli olandesi non è infatti stato approvato, sostituito però da quel “freno d’emergenza” non troppo diverso all’atto pratico: la valutazione sul rispetto delle tabelle di marcia e degli obiettivi sarà affidata al Comitato economico e finanziario (Cef). Se in questa sede, “in via eccezionale”, qualche Paese riterrà che ci siano problemi, potrà chiedere che la questione finisca sul tavolo del Consiglio Europeo.

L'Europa ci tiene d'occhio: grazie al Recovery Fund l'Italia diventa una "sorvegliata speciale"

Una proposta che alla fine è passata, con il silenzio-assenso di Angela Merkel. E che sembra sotto sotto fare proprio al caso di una Germania che da tempo invia all’Italia studi e suggerimenti. Considerando che il nostro debito pubblico, a causa della crisi, dovrebbe schizzare a oltre il 160% del pil, è facile immaginare come Berlino ci osserverà molto da vicino nei prossimi mesi, caldeggiando questo o quell’intervento necessario per continuare a beneficiare degli aiuti europei. Come riportato da La Verità, il processo è già iniziato: Clemens Fuest, direttore del prestigioso centro studi Ifo di Monaco di Baviera, ha subito pubblicato una lista di scenari di taglio del debito nazionale italiano. Elencando anche le cause del suo enorme ammontare, che spaziano dal sistema giudiziario lento alla concorrenza della Cina sui mercati, passando per la politica fiscale restrittiva e sull’inefficienza dei processi decisionali nelle aziende.

L'Europa ci tiene d'occhio: grazie al Recovery Fund l'Italia diventa una "sorvegliata speciale"

“Un misto di omissioni, da parte dei decisori politici ed economici, e di circostanze sfortunate” di fronte alle quali, elenca Fuest, le soluzioni possibili sono tante ma non esistono vie sicure. Una patrimoniale una tantum, come caldeggiato nelle scorse settimane anche da altre testate tedesche. L’alleggerimento del debito tramite la Bce, che resta però una delle strade più difficili. Continuare con la flessibilità di bilancio, possibile solo “se il pil italiano crescesse del 2% fino al 2030”. Spostare il debito verso altri Stati Ue, che però difficilmente accetterebbero di pagare più tasse per aiutarci. L’uscita dall’euro, la soluzione più drastica ma non per questo meno incisiva. O il taglio del debito tramite ristrutturazione, ipotesi che a Berlino piace e non poco e che, nonostante i tanti studi che ne evidenziano l’effetto potenzialmente devastante per la nostra economia fatta di grandi risparmiatori, potrebbe tornare presto d’attualità.

L'Europa ci tiene d'occhio: grazie al Recovery Fund l'Italia diventa una "sorvegliata speciale"

Fuest conclude spiegando: “Nei prossimi anni vi saranno in Europa notevoli tensioni politiche, i problemi temporanei di liquidità saranno affrontati con la concessione di prestiti e di aiuti, mentre le conseguenze finanziarie saranno scaricate sui governi successivi. L’Italia non è l’unico paese con tale problema. E per i responsabili politici europei si pone la questione fondamentale di un’azione congiunta per rilanciare l’economia dopo la pandemia”. C’è il timore, insomma, che il siparietto del Consiglio Europeo, un alternarsi feroce di ricatti e minacce, si ripeta sempre più spesso. In un’Unione che è in realtà il regno delle divisioni e degli egoismi.

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