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“Credevo di morire”, quasi linciato dalla folla per il ritardo del treno: “La polizia non è mai arrivata” (VIDEO)

Pubblicato il 18/10/2023 20:27 - Aggiornato il 18/10/2023 20:48

È una storia bruttissima quella che stiamo per raccontare, e ha a che fare con il filone delle città fuori controllo a cui, purtroppo, dedichiamo sempre più spesso la nostra attenzione. La folla rabbiosa aveva bisogno di un capro espiatorio su cui riversare la rabbia e la frustrazione e l’ha individuato in un povero vice-capostazione, insultato e brutalmente pestato da almeno 30 persone, secondo alcune fonti addirittura una cinquantina. Ora, descriviamo i fatti incresciosi accaduti ieri a Roma. Tutto è accaduto alla fermata di Porta San Paolo della linea Metromare, l’ex Roma-Lido, collegata alla fermata adiacente Piramide della linea B. L’ennesimo disservizio, causa nubifragio su Ostia, ha portato alla sospensione temporanea tra Acilia e la stazione Colombo, per via di allagamenti e problemi elettrici. Ciò ha mandato su tutte le furie un gruppo di persone che erano sulla banchina della stazione ad attendere quel treno che non arrivava mai. La vasta folla ha cercato di identificare un responsabile dei disservizi. Ne ha fatto le spese un operatore della fermata di Porta San Paolo, Massimiliano Morgante, quarantottenne, aggredito con particolare violenza. Il video, pubblicato su Instagram da Welcome to Favelas, è presto divenuto virale, come si dice in questi casi. (Continua a leggere dopo il VIDEO)
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Il disservizio

Naturalmente nessun disservizio era imputabile all’uomo, peraltro cardiopatico, eppure è stato insultato e accerchiato dai passeggeri inferociti: “Mi hanno gridato che rubo lo stipendio, erano tantissimi e ho avuto paura”, ha spiegato lo stesso Morgante al Corriere della sera. “È iniziato tutto quando hanno capito che il treno non sarebbe partito, mi hanno urlato contro. Poi mi hanno aggredito”, ha aggiunto. “Saranno stati una cinquantina. Mi hanno insultato, minacciato e sputato. Hanno tentato anche una aggressione fisica. Erano giovani, anziani, donne, lavoratori. Gente comune, insomma. Tutti contro di me che cercavo di andare verso il capostazione, donna oltretutto. Hanno preso a pugni anche la porta a vetri della stanza. La mia collega, presa dalla paura, si è chiusa dentro anche per chiamare il 112. Io invece sono rimasto fuori e fortunatamente l’unica guardia giurata presente è intervenuta”. Come si può ascoltare nel video che riportiamo, una serie di ingiurie ha accompagnato l’aggressione: “Fate schifo, dovete essere tutti licenziati”. L’uomo prosegue nel triste racconto: “Ho creduto fosse la fine”, dato che delle decine di aggressori, una volta a terra, poteva vedere solo le scarpe, mentre riceveva sputi. “Mi occupo di gestire la stazione quando il capostazione non c’è, sono un operatore di stazione – ancora nelle parole di Massimiliano – Quando mi hanno chiesti dei ritardi ho spiegato che si rischiava la chiusura per gli allagamenti a Ostia. (Continua a leggere dopo la foto)
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E la polizia?

Massimiliano, già vittima di infarto in passato, ha accusato un malore e si è disteso sul pavimento. “Anche quando ero in terra mi hanno sputato e insultato, sono intervenute due addette alle pulizie che mi hanno fatto scudo”. L’uomo è stato soccorso dopo l’arrivo, come detto, di una guardia giurata – l’unica in servizio in quella stazione – che ha lanciato l’allarme. Poi è stato trasportato in codice arancione all’Ospedale San Camillo di Roma, con una prognosi di cinque giorni. Davvero amara anche la considerazione logica che segue ai fatti: “A cosa serve una sola guardia giurata in una stazione che può avere anche duemila persone in banchina? – si chiede il malcapitato operatore – Poi ho visto il video: mi chiedo perché nessuno mi abbia aiutato”. Infine: “La polizia non è mai arrivata, anche se è stata chiamata”. Massimiliano Morgante, frattanto, ha già sporto denuncia contro ignoti. (Continua a leggere dopo la foto)

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L’appello

“Il sindaco Gualtieri e il presidente Rocca chiedano al prefetto di Roma di presidiare le stazioni più affollate – è il suo appello – Noi siamo completamente lasciati soli, con una sola guardia giurata di fronte a duemila persone che salgono su ciascun treno”. Peraltro, il servizio della Metromare è ripreso proprio mentre arrivava il 118.

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