Nel giro di qualche decennio la Terra rischia di perdere una delle sue più grandi ricchezze, i ghiacciai, la maggior parte dei quali hanno un destino quasi segnato. In Italia, le previsioni non sono meno apocalittiche: la Marmolada potrebbe scomparire, secondo gli ultimi, nel giro di soli 25-30 anni. Una sorte che la accomunerebbe ad altre grandi vette, con la sola eccezione dell’Himalaya e dei Poli, un percorso difficile da invertire se l’aumento delle temperature dovesse superare, come pare, i 2°. Più o meno quanto successo ai ghiacciai che si trovavano negli attuali Tropici, che si erano sciolti 20.000 anni fa.
A lanciare l’allarme sulla Marmolada sono stati i ricercatori del Cnr-Ismar, delle Università di Trieste, Genova e Aberystwith e di Arpa Veneto, secondo i quali “anche se la temperatura restasse com’è, il suo destino appare segnato”. Il ghiacciaio ha subito, tra il 2004 e 2015, una riduzione di volume del 30% e di area del 22%. Se un tempo era massa glaciale unica, ora è frammentato e suddiviso in varie unità, dove in diversi punti affiorano masse rocciose sottostanti, rilevano i ricercatori. A questo ritmo, tra 25-30 anni il ghiacciaio sarà praticamente scomparso.
Obiettivo fondamentale sarà nella seconda parte del secolo sarà quello di contenere l’aumento della temperatura globale entro 1,5 gradi. In caso di superamento dei due gradi, a sparire sarebbero i ghiacciai di tutto il mondo. Uno scenario che, con la perdita di neve, danneggerebbe anche l’approvvigionamento idrico. A dirlo è il rapporto “Cryosphere 1.5 gradi”, presentato a Madrid dove è in corso la Cop25 da un gruppo di 40 ricercatori che lanciano un appello ai governi.
Lo scioglimento dei ghiacciai non è però una novità per il nostro pianeta. Uno studio dell’università di Dartmouth, pubblicato sulla rivista Sciences Advances, ha infatti rilevato come i ghiacciai che si trovavano in Sud America e nell’Africa orientale, nella zona che oggi corrisponde ai Tropici, avessero iniziato a sciogliersi circa 20.000 anni fa, cioè prima di quanto si pensasse. La loro ipotesi è che questo scioglimento anticipato possa essere stato innescato dall’aumento delle temperature ai poli, che a sua volta avrebbe ridotto il ciclo della circolazione atmosferica e oceanica, rallentando il movimento del calore fuori dai Tropici.
Secondo i ricercatori, i ghiacciai dell’Africa tropicale e del Sud America avrebbero raggiunto la massima estensione 29.000-21.000 anni fa, per poi iniziare a sciogliersi. A differenza però di 20.000 anni fa, in questo caso il principale imputato per lo scioglimento dei ghiacciai è l’uomo.
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