Hai capito, le banche tedesche. Finché a chiedere un cambiamento delle regole sono stati gli altri Paesi hanno sostenuto il rigore teutonico incarnato dalla cancelliera Angela Merkel, quel rispetto ferreo delle normative che impediva ogni apertura, anche di fronte alle più serie difficoltà. Ora, però, sono proprio gli istituti di Berlino a chiedere che vengano alleggerite le cosiddette “regole di Basilea +3”, una richiesta inoltrata alla stessa Merkel in vista del momento in cui la Germania assumerà la presidenza di turno dell’Ue, nel secondo semestre del 2020 appena iniziato.
E d’altronde le nuove regole andrebbero a pesare molto su un sistema tedesco che ha già le sue belle grane (così come quello francese) e che già in passato ha potuto godere della benevolenza degli organi di controllo, solitamente inflessibili con gli istituti di altri Paesi Ue. Oggetto del contendere sono i nuovi accordi di Basilea che operano strette sul capitale delle banche per renderle più solide ed evitare il continuo ricorso ai salvataggi da parte degli Stati, effettuati con soldi pubblici. E così alla fine anche la Germania ha tolto la maschera di devota osservatrice delle normative per scagliarsi contro chi colpisce il suo storico punto debole, il sistema bancario.
Le nuove regole colpiscono soprattutto gli istituti che usano i cosiddetti modelli interni avanzati, che mirano a rendere più precisa la valutazione dei rischi quando si concede credito a un’impresa o a un privato riducendo la quantità di capitale necessario per erogare il prestito. Modelli ai quali è stato messo un freno a Basilea in quanto finiscono per ridurre esageratamente il capitale necessario delle banche. Trattandosi di modelli molto utilizzati in Francia e Germania, sono gli istituti di questi due Paesi a sentirsi più penalizzati dalla riforma.
E così ecco subito scattare la pressione delle lobby bancarie sulla Merkel affinché si adoperi, non appena incaricata presidente Ue, per allentare un po’ le maglie. L’iter legislativo della riforma, d’altronde, si concluderà soltanto nel secondo semestre del 2020, quando saranno proprio i tedeschi a detenere la presidenza. E chissà che per una volta la cancelliera, quella del rigore sempre e comunque, non scopra improvvisamente il suo lato benevolo.
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