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Mps e la truffa sui diamanti: Bankitalia sapeva tutto. E ha fatto finta di niente

Pubblicato il 21/11/2019 15:16

Ricordate la truffa di Mps e dei diamanti? Rinfreschiamo un po’ la memoria sulla vicenda, anche perché oggi c’è un aggiornamento che è impossibile non dare. Nicola Borzi sul Fatto Quotidiano ha raccontato di come già a gennaio del 2016 “Bankitalia conosceva le irregolarità sui diamanti venduti tramite le banche a decine di migliaia di risparmiatori”. A dimostrarlo è un esposto che un anonimo “onesto impiegato di Mps” l’8 gennaio 2016 inviò al servizio tutela clienti della Vigilanza e alla filiale di Firenze di Banca d’Italia, alla Procura di Siena e all’ufficio reclami della stessa Monte dei paschi di Siena. “Ma Bankitalia – si legge sul Fatto – lanciò l’allerta solo due anni più tardi”.

Il Fatto Quotidiano è in possesso dell’esposto che spiega nel dettaglio la “convenzione che Mps ha stipulato con Dpi (Diamond private investment) per pubblicizzare la vendita di diamanti alla propria clientela” e che coinvolge “anche altre banche” tra le quali la “Popolare di Milano”. Inoltre, si legge sull’esposto presentato dall’impiegato “la direzione ci chiede di chiamare la clientela e di consigliare i diamanti, rassicurandola che sono un bene rifugio che cresce costantemente come dimostrano le quotazioni pubblicate sul Sole 24 Ore. Al cliente che abbocca fissiamo un appuntamento allo sportello. Gli presentiamo un rappresentante di Dpi che gli illustra il prodotto, lo abbindola con grafici sulla crescita delle quotazioni e lo convince a comprare diamanti”.

Scrive ancora l’impiegato: “Gli viene anche offerto uno sconto rispetto alle quotazioni ‘ufficiali’. Al cliente si assicura che se vorrà disfarsi dei diamanti sarà Dpi stessa a curarne il ricollocamento”. In tutto questo ora la domanda da porsi è: cosa ci guadagna Mps? L’esposto spiega quello che si scoprirà solo tre anni dopo: “Dpi gira a Mps il 12 per cento del venduto. Come può essere se la vendita è effettuata al valore delle quotazioni del Sole 24 Ore dedotto un 10 per cento? Appare incredibile che Dpi compri sul mercato i diamanti e li ceda rimettendoci il 22 per cento”. Ecco il trucco: “Un rappresentante di Dpi mi ha rivelato che i dati al Sole sono forniti dalla stessa Dpi e non sono frutto di contrattazioni sul mercato”.

Lo stesso funzionario di Dpi “in vena di confidenze” rivela al dipendente di Mps che “gli acquisti di Dpi sono effettuati tramite una società londinese che prende commissioni di rilievo”, dietro la quale sono “nascosti gli stessi proprietari” di Dpi: “si aggira il fisco”, sostiene l’anonimo, che solleva i rischi di “riciclaggio di denaro di dubbia provenienza”. In sostanza, il risparmiatore truffato arriva a pagare 10 mila euro un oggetto acquistato a meno di 2.000, e l’80 per cento dei suoi risparmi è diviso tra banche, Dpi e sponsor. L’Antitrust ha fatto delle sanzioni il 30 ottobre 2017 a Intesa Sanpaolo, UniCredit, Mps e Banco Bpm e ai broker Idb e Dpi, che per 15 anni hanno gestito il business da oltre 2 miliardi di fatturato.

“Le modalità di offerta dei diamanti da investimento” ai clienti erano “gravemente ingannevoli e omissive. Il comportamento delle banche nella prospettazione dell’investimento in diamanti ha leso l’affidamento riposto dai clienti sulla loro competenza riguardo alla di-versa rischiosità e convenienza di varie forme di impiego”, spiegava l’Autorità. “Mps è stata oggetto di numerose ispezioni di BankItalia, come altre banche convenzionate con Dpi. Gli ispettori non hanno visto nulla?”, chiede l’esposto.

Il 28 settembre il pubblico ministero Grazia Colacicco della Procura di Milano, dopo aver messo sotto sequestro a metà febbraio 700 milioni di euro delle società coinvolte, “ha chiuso le indagini per truffa, riciclaggio, autoriciclaggio, corruzione tra privati a carico di 87 manager e dipendenti bancari e sette società (i due broker e i quattro istituti san-zionati dall’Antitrust oltre a Banca Metti) mettendo nero su bianco che dai diamanti Dpi ha realizzato profitti per almeno 165,5 milioni e Mps per altri 35,5 milioni. Banca d’Italia assicura di aver ‘avviato verifiche’ su quanto avvenne dopo la ricezione del circostanziato esposto anonimo del gennaio 2016”. Staremo a vedere…

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