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L’Italia e la “tassa agevolata” per i super-ricchi stranieri. Mentre i nostri poveri soccombono

Pubblicato il 10/02/2020 12:17

Se si dovesse fare un rapido appello, risponderebbero “presente” emiri, supermodelle, imprenditori e – ovviamente – calciatori e vari plurimilionari campioni dello sport e dello spettacolo. Parliamo di chi ha aderito alla “tassa forfettaria per i gli stranieri”, varata dal fisco italiano nel 2017. È un sistema che funziona, e che piace, anche perché i nomi restano riservati. Questo regime “agevolato” per i nuovi residenti introdotto con la legge di bilancio 2017 ha attirato oltre trecento facoltosi stranieri. E tanti altri hanno già fatto richiesta all’Agenzia delle Entrate per aderire allo sconto. Ne parla Jacopo Orsini sul Messaggero, spiegando che “l’obiettivo della norma è attirare in Italia soggetti residenti all’estero con grandi patrimoni. L’idea è che se persone con vaste disponibilità finanziarie decidono di fissare la residenza nel Belpaese – e una tassa molto bassa è probabilmente l’unico modo per attrarle – compreranno poi immobili, attività e spenderanno molti soldi dentro i confini italiani, contribuendo a far girare l’economia”.

È questo un modo per far concorrenza ad esempio a piazze come Londra, che da anni richiamano superpatrimoni da tutto il mondo. L’Italia, dunque, segue a ruota la concorrenza sleale degli altri Paesi. Ma come funziona la tassa scontata per attirare le fortune straniere? Spiega Orsini: “Il regime prevede il versamento di un’imposta forfettaria di 100mila euro all’anno. Una cifra sostitutiva dell’Irpef sui redditi prodotti all’estero con cui chi decide di aderire al sistema agevolato si mette a posto con il fisco tricolore, a cui non dovrà più un centesimo. Restano invece tassati come per tutti gli altri cittadini residenti nella Penisola i guadagni realizzati in Italia, su cui continuerà ad applicarsi la tassazione ordinaria e quindi l’aliquota marginale più alta”.

Quindi per esempio un calciatore della serie A (si fa sempre l’esempio di Cristiano Ronaldo, il più pagato, che forse ha scelto la Juve e l’Italia anche grazie a questa agevolazione fiscale) pagherà le imposte normali sullo stipendio della squadra per cui scende in campo. Mentre i redditi che derivano da diritti di immagine, sponsorizzazioni e altro, se gestiti da una società straniera, saranno soggetti all’imposta agevolata. “Per avere un termine di paragone bisogna ricordare che nel nostro paese ci sono solo poco più di 90mila contribuenti che ogni anno versano oltre 100 mila euro di tasse perché hanno guadagni maggiori di 200mila euro”, spiega Orsini.

Possono dunque usufruire del forfait sia i cittadini stranieri che gli italiani, purché siano stati residenti all’estero per almeno 9 dei 10 anni precedenti al momento in cui viene esercitata l’opzione. “Il regime speciale può essere esteso anche a favore di uno o più familiari, con il pagamento di un’imposta sostitutiva di 25mila euro sui redditi esteri prodotti da ciascuno di essi”. Veniamo ai numeri. Nel 2017 e nel 2018 (per i dati sul 2019 bisogna attendere la presentazione delle dichiarazioni dei redditi in primavera) hanno aderito al regime 321 soggetti, di cui 95 nel 2017 e 226 nel 2018. “Per quanto riguarda i paesi di provenienza (i dati sono riferiti solo 2017) in testa c’è la Gran Bretagna con 28 persone”.

A conferma che l’interesse per la tassa agevolata italiana è in continua crescita ci sono proprio le istanze pervenute all’Agenzia: dopo le 103 del 2017 infatti nel 2018 le domande sono più che raddoppiate arrivando a 210 e sono poi ulteriormente sali-te a 239 l’anno scorso. Va rilevato infine che l’adesione al sistema comporta anche altre agevolazioni in materia di controlli: “Chi decide di prendere la residenza in Italia e pagare la tassa forfettaria di 100mila euro viene infatti esonerato dall’obbligo del monitoraggio fiscale su attività e investimenti all’estero ed esentato dal pagamento dell’imposta sul valore degli immobili detenuti all’estero (Ivie) e di quella sul valore dei prodotti finanziari (Ivafe)”.

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