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Sospeso per una mascherina abbassata. A Napoli si consuma l’ennesimo accanimento

Pubblicato il 15/06/2022 18:30

Mentre il mondo – in qualche modo – va avanti, gli studenti italiani sembrano essere incastrati in un loop spazio-temporale. Già, perché sin dalla data d’imposizione delle mascherine sul territorio nazionale, la scuola italiana pare essere diventata la più grande incubatrice di coronavirus al mondo, o almeno questo è ciò che lascia intendere il Governo dei Peggiori. A fare le spese di questo assurdo accanimento sui più giovani, questa volta, è stato uno studente di Napoli.
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Un fatto increscioso

Tra pareri contrastanti ed i soliti cortocircuiti legislativi, secondo cui gli stadi, i concerti e le discoteche diventano luoghi sicuri mentre nelle classi vige perentorio l’autarchico obbligo di mascherina, gli studenti italiani restano alle prese con gli odiati dispositivi di protezione individuale anche col caldo torrido di queste ultime settimane. Chi ci legge sarà certamente a conoscenza delle diverse testimonianze di ragazzi ripresi per aver abbassato la mascherina o, addirittura, di professori allontanati dalle classi per il medesimo motivo. Ebbene, alle porte della chiusura dell’anno scolastico 21/22 la redazione di Byoblu è stata contattata da una mamma di Napoli, che ha denunciato un sopruso subito dal proprio figlio nel liceo frequentato dal ragazzo.
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Studente sospeso per una mascherina abbassata

Nella suo ronda mattutina, la Vicepreside della scuola avrebbe beccato l’alunno accanto alla macchinetta del caffè con la mascherina abbassata. Il ragazzo, colto in flagranza di reato, avrebbe dato un nome ed una classe volutamente sbagliati, forse colto dal panico per le nefaste conseguenze che l’avrebbero atteso. Moralmente sbagliato, certo, ma in tempi normali il tutto si sarebbe risolto con una nota sul registro. Per la gioia di Bianchi e Speranza, invece, alcuni giorni dopo la mamma è stata convocata per presenziare, nientedimeno, ad un consiglio di classe straordinario, dove le è stata notificata la sospensione del figlio per quattro giorni, con l’obbligo di redigere ben quattro relazioni sul tema mascherine, Covid, e rispetto del prossimo.
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Le parole della mamma dello studente

«Io non difendo mio figlio. Ha sbagliato e quella cosa non doveva farla. Ma ha avuto una punizione ben più grave di alcuni ragazzi che sono venuti alle mani davanti ai professori. Che messaggio mandiamo? Che abbassarsi la mascherina è più grave della violenza?». Queste le parole della mamma alla redazione di Byoblu, che si è poi attivata per chiedere alla scuola un colloquio con la dirigenza scolastica, che però gli è stato negato. Semplicemente, la risposta dell’Istituto è stata quella di «aver seguito un iter amministrativo regolare fondato sul Regolamento d’Istituto e sulle normative vigenti».
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Vessazioni che ben conosciamo

Una punizione eccessiva? Sembrerebbe proprio di sì. Ma l’aggravante starebbe in ciò che sostiene la famiglia del ragazzo, il quale secondo loro sarebbe stato vittima di una punizione così pesante a causa del suo status di non vaccinato, scomodo e sgradito agli insegnanti e alla dirigenza. Purtroppo, oggi come oggi, non si fatica a credere ad un simile accanimento nei confronti di un ragazzo che ha scelto di non sottoporsi alla sperimentazione farmaceutica coatta. D’altro lato, chi ci legge, avrà plausibilmente vissuto sulla propria pelle questo tipo di vessazioni.

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