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Scala di Milano, il green pass non vale per i ‘vip’. Il video dello scandalo

Pubblicato il 12/12/2021 10:18

Come è noto, il 7 dicembre si è tenuta a Milano la tradizionale prima del Teatro alla Scala, ambitissima occasione per vip, politici e molti altri di farsi vedere, sfoggiare i propri abiti di alta moda e la propria insindacabile importanza. Immediatamente dopo l’esibizione nel teatro meneghino del Macbeth di Verdi, è scoppiato un focolaio di Covid. Ovviamente, la colpa di questi contagi è stata addossata, secondo Repubblica, ad alcuni maître de ballet “No Vax”. Secondo fonti sindacali riportati dal quotidiano, uno di questi istruttori dei ballerini avrebbe rifiutato di vaccinarsi: nonostante ciò avrebbe “addirittura” avuto il contratto confermato dal teatro solo tre mesi fa. Sarebbero risultati positivi 12 ballerini del corpo di ballo, di cui 9 non vaccinati.

Tamponi molecolari sono dunque stati imposti non solo ai danzatori ma anche a tutto l’indotto che tiene in vita il teatro: sarte, truccatori e tutti coloro che hanno che fare con la produzione. Ed è scattato anche l’isolamento per venti comparse, perché quattro erano risultate positive. Ma mentre ci si affretta a rovesciare le responsabilità del focolaio sui non vaccinati che hanno avuto (per lavoro) garantito l’ingresso alla Scala, dal web emerge un video che getta più di qualche ombra sui controlli ‘anti-Covid’ per chi, invece, assisteva alla prima come spettatore. Da tale video, condiviso su Facebook e TikTok, è facile evincere come su una media di due green pass controllati dall’addetta, almeno 5 spettatori si presentano chi col cellulare spento, chi sventagliando un tesserino, chi, ancora, mostrando … niente.

Non solo: a noi ‘poveri mortali’, a passeggio in giro per Milano magari per fare due acquisti natalizi, viene imposta la mascherina all’aperto. Agli eleganti spettatori della prima della Scala, invece, questo obbligo sembra essere sfuggito. In bella posa davanti alle telecamere davanti al teatro mostrano i loro abiti costosi, privi di mascherina e senza rispettare il distanziamento sociale, in un luogo affollato come l’ingresso del teatro. Mentre fuori, a una manciata di passi, la folla di curiosi era tutta composta da cittadini con la mascherina. Dulcis in fundo, si può sentire una di queste persone supplicare chi sta all’ingresso di farla passare perché “c’è gente dietro” e, all’evidenza, passa – lei e gli altri due ‘vip’ – senza alcun controllo.

Nonostante queste palesi violazioni della normativa anti Covid, il focolaio alla Scala viene già insindacabilmente accollato ai ‘no vax’ presenti in teatro. Sarebbe interessante sapere la percentuale di positivi tra gli spettatori che hanno partecipato all’ambito evento mondano (tra i quali c’era anche un Burioni in grande spolvero). Questo dato non lo abbiamo, ma una cosa è certa: per loro vale una legge, per noi un’altra. E alla fine ad essere colpevolizzato sarà il lavoratore che ha rifiutato di vaccinarsi. Questo è lo spettacolo che a noi comuni mortali ha offerto il Teatro alla Scala.