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“Razionamenti anche di giorno”. L’emergenza si aggrava. Dove e come si chiuderanno i rubinetti

Pubblicato il 27/06/2022 16:28

La pioggia continua ad essere un lontano ricordo in molte regioni d’Italia, mentre il caldo si fa sempre più torrido. La siccità sta creando notevoli problemi al già compromesso sistema Italia, tanto che, poco fa, il capo della Protezione civile, Fabrizio Curcio, ha dichiarato a Sky Tg24 che «in alcune zone del Paese non è sicuramente escluso il fatto che il razionamento dell’acqua porti a una chiusura temporanea anche nelle ore diurne». Curcio ha poi sottolineato che «Siamo a 40-50% di quantità di acqua piovuta in meno rispetto alle medie degli ultimi anni e fino al 70 per cento di neve in meno».
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Allarme in tutta Italia

L’allarme del capo della Protezione Civile abbraccia tutta l’Italia: «Abbiamo fiumi come il Po, per esempio, uno dei fiumi più importanti a livello nazionale per le vita che intorno a quel fiume si sviluppa, che ha portate fino all’80% in meno. Quindi abbiamo una situazione generalizzata di carenza di risorse idriche, quindi generale carenza di pioggia. In alcune aree diventa impattante in maniera assolutamente importante a livello agricolo, a livello ittico, produzione dell’energia elettrica. La situazione è generalmente complessa in tutto il Paese», ha evidenziato Curcio.
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Diversi comuni già in regime di razionamento

In questo clima di perenne emergenza, le limitazioni all’uso dell’acqua sono già una realtà in centinaia di piccoli e medi Comuni, specie in Piemonte, Lombardia e Friuli. Ma anche in Trentino non se la passano bene. In attesa di un provvedimento su scala nazionale, i singoli territori prendono provvedimenti in maniera autonoma. Come riportato da Today.it, ecco la lista dei provvedimenti finora presi nelle varie regioni.
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Emilia Romagna

Il presidente della Regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, è stato il primo governatore a firmare il decreto per la dichiarazione dello stato d’emergenza regionale: tutti i Comuni dell’Emilia-Romagna sono stati invitati a emettere ordinanze per la riduzione degli utilizzi non indispensabili, per esempio lavare l’auto.
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Lombardia

Anche il presidente della Regione Lombardia ha già dichiarato lo stato di emergenza sul territorio regionale. Ai Comuni è stato raccomandato di limitare l’impiego dell’acqua potabile per attività per le quali non ne sia necessario l’uso. Il sindaco di Milano, Beppe Sala, ha firmato un’ordinanza che prevede la chiusura delle fontane, la sospensione dell’irrigazione a spruzzo dei prati e delle aree verdi, la raccomandazione di mantenere la temperatura di uffici, negozi, abitazioni a 26 gradi per contribuire a ridurre i consumi energetici e quindi per abbassare il rischio di blackout. I negozi di Milano dovranno tenere le porte chiuse anche in presenza di lame d’aria e mantenere la temperatura non al di sotto dei 26 gradi.
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Lazio

Il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti ha proclamato lo stato di “calamità naturale’ per l’intero territorio della Regione fino al 30 novembre “a causa della grave crisi idrica determinatasi per l’assenza di precipitazioni meteorologiche ed in conseguenza della generalizzata difficoltà di approvvigionamento idrico da parte dei Comuni”. Per ora il Comune di Roma Capitale allontana l’ipotesi dei razionamenti.
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Liguria

La Regione Liguria in capo a Toti ha inviato ai Comuni le linee guida alle quali attenersi. Le maggiori indicazioni riguardano: il divieto di irrigazione e annaffiatura di giardini e prati, il divieto di lavaggio di cortili e piazzali, il divieto di lavaggio di autoveicoli con esclusione degli autolavaggi, il divieto di riempimento di piscine private, fontane ornamentali e vasche da giardino.
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Friuli Venezia Giulia

Non se la passa meglio il Friuli Venezia Giulia, dove è arrivata la dichiarazione di “sofferenza idrica” da parte del governatore Massimiliano Fedriga. Si è disposto il taglio dei rilasci di acqua obbligatori verso valle, per rispondere alle esigenze irrigue dell’agricoltura a cui si aggiunge una limitazione della risorsa idrica per uso domestico, il tutto accompagnato da una forte campagna di sensibilizzazione e informazione rivolta ai cittadini per eliminare ogni forma di spreco. Sul fronte domestico, il provvedimento a firma del governatore obbliga un’amministrazione corretta del flusso proveniente dai pozzi artesiani, viene quindi consentito un prelievo d’acqua ai soli fini civili e limitato a 200 litri al giorno per abitante.
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Trentino

In Trentino dieci Comuni della Vallagarina hanno disposto limitazioni nell’utilizzo dell’acqua. Pomarolo l’uso dell’acqua potabile dagli acquedotti di Pomarolo, Savignano e Serbia è consentito solo di notte, dalle 22 alle 6 del mattino. A Brentonico è vietato il consumo di acqua per innaffiare orti e giardini, il lavaggio di veicoli e il riempimento di vasche, piscine e fontane ornamentali. A Nogaredo già da fine maggio l’uso di acqua per necessità non domestiche è consentito solo tra le 8 e le 10 e tra le 21 e le 23. A Terragnolo è vietato usare l’acqua delle fontane pubbliche per usi non domestici e potabili. A Ronzo Chienis dal 21 giugno è sospesa la fornitura di acqua potabile tra le 23 e le 6
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Nuovo Stato d’emergenza in arrivo

Nel frattempo, come ormai consueto non appena ci si trova a fronteggiare qualche gatta da pelare, a livello istituzionale non si è perso tempo nel ragionare su come imbastire la struttura che sorreggerà una nuova dichiarazione dello stato di emergenza. «I criteri li stiamo definendo con le regioni e soprattutto le misure. Penso nelle prossime giornate, al massimo prossime settimane avremo chiare le misure e potremo fare la dichiarazione dello stato di emergenza». Dunque, le parole di Curcio non lasciano spazio a dubbi: a breve l’Italia avrà uno Stato d’emergenza nuovo di zecca, questa volta per via del caldo e della siccità. I cittadini dovranno aspettare ancora un po’ prima di sapere che tipo di misure vorrà imporre il Governo, nel frattempo ci si augura che qualcuno pensi anche a come mettere mano alle fatiscenti infrastrutture idriche del Paese, responsabili dello sperperamento di quasi metà dell’acqua potabile immessa nella rete.

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