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“Sapevo che era a rischio crollo ma…” Ponte Morandi, la rivelazione choc dell’ex braccio destro dei Benetton

Pubblicato il 23/05/2023 08:18 - Aggiornato il 23/05/2023 08:19
ponte Morandi Gianni Mion

“I tecnici Aspi ci dissero che c’era un difetto originario sul ponte Morandi, il direttore generale rispose che avrebbe autocertificato lo stato di salute. Non feci nulla, è il mio grande rammarico“. Era il 2010. A parlare, in Aula, è Gianni Mion, ex ad di Edizione, per decenni braccio destro dei Benetton. Parole che hanno riaperto la ferita ancora sanguinante dei parenti delle vittime di quella tragedia che – indagine dopo indagine – dimostra sempre più che poteva essere evitata. Proprio pochi giorni fa, inoltre, sono arrivate anche le dichiarazioni dell’esplosivista che avrebbe dovuto demolire il ponte. Edizione era la cassaforte della famiglia Benetton. Mion ne è stato amministratore delegato dal 1986 al 2013. “Durante una riunione di induction, di aggiornamento fra i vertici di Atlantia e Aspi, si parlò di ponti e viadotti. Mi ricordo benissimo che sul Morandi i tecnici dissero che si trattava di un progetto complicato, complesso, originale e che avesse un difetto originario di progettazione. Alla riunione era sicuramente presente anche Giovanni Castellucci“, dice ancora. (Continua a leggere dopo la foto)
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Ha detto ancora Gianni Mion di fronte ai giudici: “Non mi ricordo di che difetto parlassero. Io chiesi se c’era qualche ente esterno che potesse certificare la tenuta del ponte Morandi ma l’ingegnere Mollo (Riccardo, ex direttore generale, imputato, ndr) disse ‘ce lo autocertifichiamo’. Io non ho detto niente, ma mi sono preoccupato. Cosa vuol dire autocertificarsi? È una contraddizione in termini. Il mio grande rammarico è che su questo non ho fatto battaglia. Il buon senso avrebbe richiesto un confronto immediato con il concedente, in sua assenza chiudere subito la circolazione sul viadotto. C’era Spea che doveva certificare, poi abbiamo visto come certificava…”. (Continua a leggere dopo la foto)
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Ponte Morandi, le dichiarazioni e la posizione di Gianni Mion

Come riporta Repubblica, una volta che Gianni Mion ha confermato queste dichiarazioni rese durante le indagini sulla tragedia del Ponte Morandi, l’avvocato Giorgio Perroni, che difende uno degli imputati, ha chiesto di sospendere la deposizione e valutare la posizione del testimone. Il riferimento è alla sua iscrizione sul registro degli indagati. Cosa succede quindi ora? Se i giudici dovessero accogliere la richiesta, le dichiarazioni di Mion sarebbero inutilizzabili. Ma ora gli italiani sanno. Sanno anche questo.

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