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Il governo vende l’anima all’Ue mentre i ponti cadono e le imprese chiudono

Pubblicato il 25/11/2019 18:00

di Gianluigi Paragone

Mentre tra Quirinale e Palazzo Cingi si cerca il modo per indorare la pessima pillola del Mes, cioè del Meccanismo europeo di stabilità, nell’Italia della gente comune si assiste al crollo dei ponti per maltempo, all’allagamento di Venezia perché il modernissimo Mose si è già imbarcato tra corruzione e inefficienze varie, si assiste all’ennesimo salvataggio di Alitalia con soldi pubblici, il governo balbetta con i padroni – vuoi che si chiamino Benetton o Mittal. (Questi ultimi si sono seduti nuovamente al tavolo delle trattative solo perché è in corso una inchiesta giudiziaria seria, con accuse pesanti. Un’inchiesta che li ha fatti desistere da fughe piratesche). È la fiera dell’assurdo: le élite che guidano le danze e il governo che si fa portare a spasso.

Insomma, il contrario di ciò che la maggioranza degli italiani decise democraticamente il 4 marzo del 2017 e che i giochetti tipici delle segreterie stanno rinnegando. Quel 4 marzo gli italiani scelsero di voler essere messi loro al centro, estromettendo quel sistema di relazioni elitarie che invece continua a governare. Sempre quel solito “club” a decidere che gli italiani devono accontentarsi del “resto di niente”, delle briciole: qualcosina qua, qualcosina là. Non c’è una idea di società nella visione di governo. Beppe Grillo parla di futuro (ciao core, dicono a Roma), gli italiani chiedono di risolvere due-tre cosette del presente: dall’assurdo caro bollette, per cui se consumi tanto o poco non cambia nulla perché gli oneri di sistema sono una mazzata, al tema del lavoro e quindi delle retribuzioni.

Lo stesso vale per gli imprenditori per bene: Antonio è un imprenditore con 350 dipendenti e aspetta che lo Stato gli paghi 6 milioni di euro; Rossella è una imprenditrice che dà lavoro a 1500 cristiani e che vanta un credito certificato con la Pubblica Amministrazione di 15 milioni. Ne ho scelti due nel mazzo delle migliaia di imprenditori che vengono umiliati da un governo che impone le proprie regole in modo ipocrita, costringendo a pagare tutti i tributi altrimenti niente Durc e quindi niente gare d’appalto. Ci sono le compensazioni? Certo, ma il governo è in difetto da mesi sulle compensazioni di quest’anno.

Già, perché le regole assurde invece di semplificare le cose a chi ne avrebbe diritto impongono l’approvazione dei decreti compensativi. Follia! Mi domando con quale faccia dal Mef si permettano di fare la morale su evasione fiscale e denaro in contante: il fisco in Italia è la materia dove vige il caos totale! La gente è con l’acqua alla gola in tutti i sensi. E nei palazzi di istituzioni ormai distanti anni luce dai cittadini si pensa a una trappola infernale che restringe gli spazi di autonomia politica ed economica dei governi. Nel giro di pochi giorni – dopo che stava partendo un dibattito sull’effettiva pericolosità dell’ex fondo salva Stati, cioè di quel fondo attivato criminalmente per “salvare” la Grecia – abbiamo assistito alle ingannevoli e mendaci interviste del pessimo commissario europeo Moscovici, del ministro delle finanze tedesco Scholz, dell’inutile commissario Gentiloni, del “nostro” ministro Gualtieri e del miracolato direttore generale di Bankitalia Panetta, tutti a difesa del miracoloso Mes.

“Una tempesta in un bicchier d’acqua”, hanno dichiarato. Che squallore. Che un ministro delle finanze tedesco difenda un accordo ispirato dalla Germania si può capire (la Ue è roba loro). Che lo difendano anche le istituzioni italiane no. A meno che non si tratti di istituzioni che si siano infilate nel tunnel della sudditanza… culturale. Il Mes è talmente ispirato da logiche finanziare spregiudicate che – per farvi capire – i membri sono coperti dalla immunità totale. Una follia! In sintesi, i nostri ponti cadono, i nostri cittadini si devono accontentare delle briciole, gli imprenditori debbono pietire dallo Stato ciò che spetta loro, e il governo vende la sovranità all’ennesima diavoleria europea. È proprio vero che il più grande inganno del diavolo è far credere che non esista.

Questo editoriale è stato pubblicato su Il Tempo, oggi 25 novembre 2019.

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