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M5S addio: persi 6mila attivisti in soli 4 mesi. Chiusi ben 76 gruppi

Pubblicato il 08/06/2020 10:26

Emorragia, svuotamento, abbandono. Chiamiamolo come vogliamo. Ma il dato è certo e rivelatore: 6mila attivisti hanno abbandonato il Movimento 5 Stelle nel giro di soli quattro mesi. E all’interno del partito è già prevista una guerra per la conquista della leadership dopo che la squadra pentastellata ha fallito su tutti i fronti e ha praticamente avallato tutte le leggi volute dalla Lega prima e dal Pd poi. Delle sue battaglie storiche non si è vista nemmeno l’ombra, a parte un reddito di cittadinanza zoppo. Come racconta Emanuele Buzzi sul Corriere della Sera, per il M5S “la settimana decisiva sarà quella tra il 15 e il 22 giugno: entro allora si dovrebbe tenere una riunione dei vertici. La lotta interna si fa più serrata”.

Da una parte c’è l’idea del comitato elettorale che dovrebbe traghettare il Movimento (passando anche dagli Stati generali) per un anno, fino alle porte del semestre bianco, dall’altra la corrente che vorrebbe un voto subito sul capo politico. “Anche sulla leadership la situazione è a dir poco confusa. Le notizie di un ‘interim’ di Beppe Grillo continuano a rimbalzare, nel frattempo però Vito Crimi prosegue la sua attività e i suoi incontri (anche nella settimana appena trascorsa) tessendo rapporti e progetti in teoria a medio lungo termine, comunque ben oltre una imminente staffetta in vista di un cambio di leadership. E la corsa al ruolo di capo politico si infittisce di nomi, con Paola Taverna che ha dato la sua disponibilità per un periodo (e intanto prepara la sua campagna interna), Chiara Appendino che rimane sullo sfondo del progetto abbozzato sei mesi fa e Stefano Buffagni pronto a scendere in campo per far sentire la voce dei Cinque Stelle del Nord”.

Al quadro ovviamente va aggiunto Alessandro Di Battista, il cui seguito interno — come filtra da ambienti vicini all’ex deputato e ripresi dal Corriere — sta crescendo sempre di più. “L’ultimo endorsement in ordine di tempo lo ha fatto l’ex socio di Rousseau Max Bugani. In realtà, i contendenti (o il comitato) dovranno anzitutto riannodare le fila dei rapporti con la base. Da fine gennaio ad oggi, in contemporanea con lo scoppio dell’epidemia da coronavirus, il M5S ha subito una vera e propria emorragia: i meetup hanno perso seimila attivisti e sono stati chiusi 76 gruppi (il 13,9% del totale)”.

Molti elettori e sostenitori del Movimento hanno notato che le battaglie storiche sono state abbandonate e che il partito si è snaturato. Non è un caso, infatti, che a crescere tantissimo (anche in termini di follower sui social) sia l’ex senatore M5S Gianluigi Paragone, uno dei pochi che ha mantenuto la coerenza con il mandato che gli è stato assegnato dai cittadini. In lui, infatti, gli elettori 5Stelle continuano a vedere un politico in grado di portare avanti le questioni che stanno a cuore alle persone e ai valori fondanti di un Movimento ormai allo sbando. Se Paragone dovesse arrivare a fare un movimento tutto suo, è assai probabile che molti elettori 5 Stelle lo seguiranno.

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