“Più fragile è l’impresa, più elevata è la pressione”. Viene da sè che in questo contesto di gravissima crisi di liquidità e pesante perdita degli incassi, ci sguazzano le criminalità organizzate.
I ritardi nell’erogazione dei prestiti disegnati dal governo proprio per aiutare le imprese, stanno favorendo le attività mafiose. Carlo Sangalli, presidente di Confcomercio lancia l’allarme e spiega che sempre più spesso le imprese in difficoltà denunciano usura, estorsioni e acquisizioni illecite”. Luigi CIatti, presidente dell’ambulatorio antiusura riferisce che il rischio usura è aumentato del 30% tra marzo e aprile, e a maggio potrebbe toccare il 50%. Per tale ragione “è necessaria più rapidità per far giungere i sostegni previsti dal decreto Rilancio e irrobustirli. Solo così si combatte la criminalità e si ricostruisce un’economia sana”.
Questo è il preoccupante allarme lanciato da Confcommercio, il quale in collaborzione con Format research ha realizzato un sondaggio di rischio sulle infiltrazioni criminali nel settore del commercio e della ristorazione. il 60% delle imprese ha come principale ostacolo il calo dei consumi e la carenza di liquidità, il 15% la burocrazia, il 13,3% segnala il grave peso delle spese necessarie per garantire la sanificazione dei locali.
1 impresa su 10 risulta “esposta a usura o a tentativi di appropriazione anomala”. Il 20% degli imprenditori si dichiara preoccupato che questo possa accadere.
Nel recente rapporto presentato dalla Commissione d’inchiesta sul sistema bancario, la crisi di liquidità trova riscontro anche nella difficoltà ad ottenere i finanziamenti con garanzie statali fino ai 25mila euro. La Stampa riferisce che su 559.130 domande, solo 290.114 sono state erogate o accolte.
A destare preoccupazione è anche quanto rivela il sondaggio sull’atteggiamento degli intervistati. L’11,1% di imprese indica nella criminalità un ulteriore pericoloso ostacolo allo svolgimento della propria attività, ma di fronte a ciò il 42,8% preferisce una segnalazione informale a una denuncia e il 32,7% non saprebbe come comportarsi.
Anche Caludio Clemente, direttore dell’Unità di informazione finanziaria della Banca di Italia, durante un incontro promosso dall’associazione “Avviso Pubblico” fornisce dati ancor più negativi; “le segnalazioni di azioni sospette legate all’usura sono cresciute del 14% dall’inizio dell’anno a pochi giorni fa”. Il maggior numero arriva dalle regioni del centro-nord, in particolare dalla provincia di Milano, ciò evidenzia che “la criminalità investe soprattutto ladove c’è maggiore ricchezza”.
Il governo non solo non aiuta le imprese e l’economia a ripartire, ma le serve in un piatto di argento all’antistato. I provvedimenti presi finora si sono rivelati un fallimento, dimostrato clamorosamente anche da tutti i dati riportati. Se gli aiuti non arrivano subito, la loro utilità sarà persa.