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L’allarme delle aziende del comparto omeopatico: “Basta pregiudizi contro di noi”

Pubblicato il 03/12/2021 13:04 - Aggiornato il 07/12/2022 18:28

“Basta pregiudizi nei nostri confronti”. Una presa di posizione netta, forte, quella di Giovanni Gorga, presidente dell’associazione Omeoimprese che rappresenta le aziende del comparto omeopatico. Intervistato da Pietro Di Leo sulle pagine del Tempo, ha deciso di alzare la voce per difendere “un comparto che rappresenta tutto insieme appena 300 milioni di euro di volume, come un’azienda farmaceutica di piccole dimensioni, e verso il quale c’è però una diffusa ostilità culturale che si aggnacia poi a risvolti normativi e burocratici”.

Il riferimento di Di Leo è “a voci tariffarie troppo alte che dobbiamo affrontare e che si traducono in costi insostenibili. Non possiamo continuare a subire queste vessazioni, specie in considerazione del fatto che una direttiva europea, recepita dall’Italia, ha pienamente legittimato la distribuzione al paziente di questo tipo di farmaci, riconoscendo peculiarità di cui è necessario tener conto”.

Di Leo, come presidente Omeoimprese, chiede da tempo “la rimodulazione del listino tariffario per registrare, aggiornare o mantenere sul mercato i farmaci. Le tariffe per gli omeopatici sono le stesse del comparto allopatico, e l’Italia è l’unico Paese che ha questo regime. In Paesi come Spagna e Francia le tariffe non superano mai qualche centianio di euro, da noi si arriva anche a 20 mila”.

“Quest’anno – ha spiegato Di Leo – il settore ha avuto un lieve aumento delle vendite (circa il 3%) ma il fatturato è rimasto uguale, perché i prodotti sono stati venduti a un prezzo più basso rispetto all’anno scorso, in controtendenza con il mercato farmaceutico. Mentre si impennava il costo della vita, il reparto omeopatico ha fatto una scelta differente, premiata da medici, farmacisti e pazienti. Tornando alle tariffe, abbiamo già pronte delle iniziative. In caso di parere negativo del governo, inizieremo una battaglia legale presentando ricorso al Tar”.

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