
È di nuovo rissa tra il presidente del Senato Ignazio La Russa e il conduttore di Report Sigfrido Ranucci. La Russa si è infatti in furiato col programma di Rai3 e ha annunciato querela per diffamazione. Ma cosa è successo? Il programma di inchieste ha messo nel mirino da un lato fortune e relazioni del padre di La Russa, Antonino, ma anche alcune operazioni imprenditoriali sponsorizzate da familiari del presidente del Senato a Paternò, la loro terra d’origine. “Va subito affermato che dopo quasi due mesi di costose ricerche e di troupe sguinzagliate in varie regioni d’Italia, non avendo potuto trovare nemmeno un briciolo di attività non solo illegali ma anche solo inopportune del presidente La Russa, Ranucci e i suoi compagni hanno optato, per cercare disperatamente di infangare suo padre e la sua famiglia, ed è questo l’aspetto che più fa infuriare”, si legge in una dichiarazione del portavoce del presidente del Senato. (Continua a leggere dopo la foto)
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Si legge ancora nella nota pubblicata dopo il servizio di Report mandato in onda da Ranucci: “Il presidente del Senato, con ricostruzioni del tutto difformi dalla verità e gravemente lesive dell’onore di chi, a cominciare dal defunto Antonino La Russa che oggi avrebbe 110 anni, e in vita sua mai è stato oggetto neanche di un avviso di garanzia per qualsivoglia ragione. In particolare – si precisa ancora – Report ‘accusa’ quest’ultimo di essere stato dopo il 1956 vicepresidente della Liquigas, società di quel finanziere Michelangelo Virgillito, tuttora osannato come benefattore della Chiesa e che mai ha avuto problemi giudiziari, che la trasmissione di Ranucci falsamente accusa per un episodio risalente al 1938. Ben 18 anni prima che il padre del presidente La Russa lo conoscesse. Ripetiamo: 18 anni prima di conoscerlo”. (Continua a leggere dopo la foto)
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La Russa querela Report e il conduttore Sigfrido Ranucci
La nota al veleno di La Russa contro Report e Ranucci conclude: “Sempre Report riferisce di una accusa di uno sconosciuto pentito, o perlomeno a noi sconosciuto, secondo il quale nel 1994 il senatore Antonino La Russa avrebbe insieme al figlio Vincenzo, chiesto voti in ambienti criminali a favore di… Forza Italia. La circostanza già di per sé falsa e calunniosa, appare peraltro impossibile – si rileva ancora – alla luce del fatto che da anni Antonino La Russa non era più candidato e il figlio Vincenzo, peraltro mai appoggiato elettoralmente dai familiari, era candidato non con Forza Italia bensì con l’Udc di Casini. E quel che più conta è che mai tale circostanza ha avuto alcun seguito giudiziario, anche minimo, né mai è stata contestata agli interessati che l’hanno potuta leggere solo su un ‘giornaletto’ all’epoca dei fatti”.
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