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La cravatta tricolore di Ruggiero. Recensione al libro sotto attacco

Pubblicato il 16/04/2020 22:47 - Aggiornato il 16/04/2020 23:30

di Biagio Riccio 

“Sotto Attacco” è un libro(Paper first editore)significativo ed istruttivo scritto dal Pubblico Ministero Michele Ruggiero, quando era procuratore aggiunto a Trani.

Deve anzitutto esprimersi un giudizio lusinghiero alla scrittura, piana, asciutta, lineare, chiara, con un’autentica cura del lessico e della sinonimia. L’autore ci ha raccontato, con un periodare pregevole, una storia complessa,di materia inestricabile ed intricata.

È il resoconto di un processo che aveva come imputati i componenti dell’Agenzia di rating  Standard & Poor’s che inopinatamente avevano ritenuto, in modo errato e con evidente pregiudizio,che lo Stato Italiano non fosse affidabile nell’anno 2011, perché la tenuta economica della nostra Repubblica era fragile e dunque i titoli di Stato sottoscritti da tanti risparmiatori, italiani e stranieri, erano da considerarsi carta straccia.

Non avrebbero infatti i risparmiatori ottenuto in restituzione le somme in forza delle quali quei titoli furono comprati, perché erano in discussione i fondamentali economici della nostra Repubblica.Da qui una caduta verticale del loro valore  rispetto per esempio a quelli tedeschi.


La diffusione di queste fallaci affermazioni, come noto,determinò il differenziale,lo spread,tra i titoli del debito sovrano italiano e quelli tedeschi, evidentemente questi ultimi ritenuti più affidabili.
Da qui la caduta del Governo Berlusconi, il quale fu considerato responsabile, con il suo governo, di una pessima conduzione economica, al punto tale che  se non si fosse dimesso ed avesse lasciato condurre ad una mano più esperta l’auriga che doveva in ogni caso piacere ai poteri forti dell’Europa, avrebbe determinato, con la sua inerzia, che la nostra Repubblica sarebbe stata messa sotto scacco dalla troika  di Bruxelles.
E così fu. Dopo le dimissioni di Berlusconi,anche a seguito di una famosa lettera a firma di Trichet e di Draghi, Napolitano conferì l’incarico di formare il governo a Mario Monti, con il precipuo compito, attraverso riforme strutturali che furono avviate in modo draconiano con una rigorosa impostazione di una politica economica lacrime e sangue,di riportare l’Italia ad una stabilità economica nel seno delle nazioni europee, per evitare una disfatta, come avvenne con la Grecia.

Ebbene il libro del giudice Ruggiero dimostra che quelle informazioni diffuse dall’agenzia di rating  Standard & Poor’s erano sbagliate e condizionarono tantissimo i risparmiatori che ritirarono i loro peculi, riscattando i titoli sottoscritti con la caduta inevitabile della fiducia della nostra Repubblica, la cui tenuta economica era da paragonarsi, in quel torno di tempo, a quella di un paese sudamericano.
Ruggiero interroga Tremonti  potentissimo ministro  dell’economia  del Governo Berlusconi, la dottoressa Cannata -dirigente generale del Ministero del Tesoro- che cura proprio nel seno del ministero di via XX settembre il settore delicato della vendita dei titoli di Stato che rappresentano il nostro debito pubblico,Vegas direttore della Consob, Padovan allora direttore della OCSE. 
Sequestra a Milano presso gli uffici dell’agenzia di rating  Standard & Poor’s email e documenti, ottiene l’autorizzazione ad effettuare intercettazioni dei responsabili dell’agenzia di rating statunitense, sente anche il senatore a vita Mario Monti, allora dopo Berlusconi presidente del Consiglio italiano.

In ragione di questo bagaglio istruttorio poderoso ed oculatissimo Ruggiero ottiene il rinvio a giudizio dei rappresentanti dell’agenzia di rating  Standard & Poor’s.
Scrive Ruggiero:”Quello che, in particolare, si intendeva dimostrare nel processo di Trani erano gli intrecci e le opacità che avevano caratterizzato – tra il maggio 2011 e il gennaio 2012 – la raffica di bocciature decretate da Standard & Poor’s a danno del nostro Paese, nonostante i suoi solidi fondamentali economici: bocciature culminate in un doppio declassamento (downgrade) dell’Italia (una sorta di “retrocessione in serie B” nella graduatoria di gradimento degli investitori) deciso – come avrebbe, poi, effettivamente accertato il Tribunale di Trani in sentenza – alla stregua di valutazioni «opache», ispirate da un «sicuro pregiudizio nei confronti dell’Italia» e fondate in parte su macroscopici «errori».
Ci fa comprendere l’Autore che, per assicurare la correttezza e la trasparenza delle transazioni nei mercati finanziari – il che equivale a garantire quella che si denomina “l’integrità del mercato” – ,è intervenuta, in ambito europeo, la Direttiva 2003/6/CE – Direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio relativa all’abuso di informazioni privilegiate e alla manipolazione del mercato-Abusi di mercato. 

Nel rimarcare il principio secondo cui un mercato finanziario efficiente non può esistere senza che se ne tuteli l’integrità, la direttiva comunitaria in questione si è concentrata su tutte le condotte che danno luogo ai cosiddetti “abusi di mercato” che ostacolano la reale e piena trasparenza delle contrattazioni; ha, quindi, individuato due fattispecie di reato: l’abuso di informazioni privilegiate e la manipolazione del mercato. Ed è proprio quest’ultimo il reato che, da  il Pubblico Ministero, ha contestato a Standard & Poor’s nel processo di Trani: un reato previsto da una norma che nella sua prima parte – quella che punisce la diffusione di notizie false (e che, perciò, si denomina “manipolazione informativa”) – mira a garantire un’informazione finanziaria corretta e veritiera, rispettosa delle “regole del gioco”; quelle regole che, secondo l’ipotesi accusatoria, sarebbero state reiteratamente violate da Standard & Poor’s, con grave danno per l’Italia.

Si può ritenere alla luce della lettura di “Sotto Attacco”, da considerarsi quasi un libro con venature e ricadute da thriller,che sia un dato di fatto che  un Tribunale del nostro Paese abbia incontrovertibilmente accertato in una sentenza (per la prima volta nella storia),che quelle valutazioni e quei rating negativi, elaborati e divulgati da Standard & Poor’s ai mercati finanziari globali dal maggio 2011 fino al doppio declassamento (downgrade) del gennaio 2012, furono «tutti» connotati «da un’ottica di sicuro pre-giudizio sull’Italia», quanto meno alla stregua di errori e travisamenti su dati macroeconomici fondamentali . È, altresì, un dato di fatto che proprio a causa di quelle ripetute “bocciature”, caratterizzate da singolare e sospetta sincronia, ebbe a determinarsi un cambiamento repentino degli orientamenti di investimento di primari istituti finanziari e operatori di mercato, che finirono col fiaccare brutalmente il sistema economico italiano, spegnendo la fiducia che in esso avevano riposto i mercati. Ed è a tutti tristemente noto, infine, come le conseguenze di quei progressivi declassamenti e dei contestuali gravi attacchi speculativi al Paese, si siano fatte sentire sulla stessa capacità di reazione del nostro sistema economico-produttivo, creando un quadro di recessione senza precedenti nella storia recente, che stiamo ancora scontando.
L’agenzia di rating Standard & Poor’s ha  “falsato” l’informazione finanziaria sull’Italia; divulgato ai mercati una serie di giudizi negativi sul nostro Paese, in contrasto con i suoi solidi fondamentali economici.

I vertici dell’agenzia americana avrebbero, dunque, diffuso informazioni finanziarie sostanzialmente false sulla Repubblica Italiana, in tal modo resa assai meno “appetibile” dagli investitori, disincentivati dall’acquisto dei nostri titoli di Stato, perché emessi da uno Stato sovrano “classificato” ed etichettato (proprio a seguito di quei declassamenti) come “debitore” sempre meno affidabile. 
In conseguenza di quelle valutazioni negative (illegittime e scorrette – nella prospettiva del Pubblico Ministero – oltre che pilotate nella tempistica: il tutto in violazione del Regolamento europeo in materia di rating),si finiva con il determinare un concreto pericolo dell’immagine, prestigio e affidamento creditizio dell’Italia sui mercati finanziari nazionali e internazionali; sensibile alterazione del valore dei titoli di Stato italiani, segnatamente un loro deprezzamento; indebolimento della moneta italiana ed europea “Euro”.
Proprio la dottoressa Cannata ha dimostrato- e deve essere letto il godibile libro-che lo Stato Italiano  per non essere esposto al vento dei volubili giudizi aveva sin dall’anno 1993 stipulato con  l’agenzia di rating  Standard & Poor’s un contratto di consulenza, per mettersi al riparo di valutazioni immotivate ed acritiche di altre agenzie.

Ebbene quel contratto non fu più rinnovato con Standard & Poor’s: da qui quest’ultima per ritorsione esprime una valutazione negativa, che determina il devastante sconquasso descritto: la caduta del governo Berlusconi.
Dalla deposizione della Cannata emerge un fatto assolutamente significativo: un rapporto contrattuale di fornitura onerosa del servizio di rating all’emittente sovrano Repubblica Italiana, iniziato con l’Agenzia Standard & Poor’s (ritenuta la più prestigiosa) nel lontano 1993 e protrattosi senza soluzione di continuità per circa diciassette anni fino – si badi bene – al termine del 2010, si interrompeva (per pretesi inadempimenti) e l’Italia affidava la fornitura del servizio all’altra agenzia Fitch. 
Ebbene, è un fatto che, cessato il rapporto contrattuale, Standard & Poor’s si sia ritrovata a elaborare e divulgare – guarda caso – nell’anno immediatamente successivo (il 2011) una sequenza impressionante di giudizi negativi (peraltro “non sollecitati”, unsolicited) nei confronti dell’ex cliente Repubblica Italiana, per giunta manifestando nei confronti di quest’ultima (per dirla con le parole della dottoressa Cannata) “un’ipercriticità di intensità crescente”.
L’istruttoria investigativa di Ruggiero ha portato a scoprire che l’agenzia Standard & Poor’s aveva diffuso altra falsa notizia.Che i risparmiatori stranieri avessero in mano titoli bancari, anche essi poco qualificabili. 
Dunque tra il mese di agosto 2011 e il 13 gennaio 2012 (epoca del declassamento)Standard & Poor’s aveva  divulgato “valutazioni” negative nei confronti del debito sovrano della Repubblica Italiana,in costanza di reiterate violazioni del Regolamento n. 1060 del 2009.

Se si volesse individuare un movente del comportamento illecito della agenzia Standard & Poor’s,lo si deve identificare nella ritorsione di quest’ultima alla risoluzione del contratto di consulenza con la Repubblica Italiana ed è scritto anche nella sentenza,nella quale si riportano i giudizi della Cannata che definisce immotivato il giudizio di Standard & Poor’s ,alla luce dei fondamentali economici del nostro Stato.
È ancora più profondo il dott. Ruggero quando dimostra che la struttura dell’agenzia è dominata da compagini che hanno conflitti di interesse rispetto agli Stati che devono giudicare e controllare.
Si sa che la sentenza che è stata resa è quella di assoluzione, ma non per il fatto materiale della condotta criminosa, bensì per la mancanza dell’elemento soggettivo del reato.
Da qui l’amarezza del Ruggiero che ha in una Procura periferica come quella di Trani dimostrato che la faciloneria di funzionari di un’agenzia di rating quanti devastanti danni può procurare per uno Stato.
Fu detto nelle cronache di giornali del tempo che Ruggiero aveva capito è dimostrato la tempesta perfetta, il complotto- lo disse Brunetta di Forza Italia-,cui lo Stato italiano  da parte della Germania della Merkel e della Francia di Sarkozy, avrebbe subito nell’annus horribilis 2011 e parte del 2012.

L’insegnamento che se ne trae, ci dice nelle ultime pagine del libro l’Autore, ma anche in quelle iniziali Carlo Nordio, altro pubblico Ministero, cui è stata affidata la prefazione , risiede nel fatto che   non solo sia indispensabile per i reati finanziari una legislazione più completa con l’identificazione e descrizione di altre condotte criminose, ma soprattutto suggerisce  l’istituzione  di “una Procura Nazionale” che, affiancata da Direzioni distrettuali (con modalità sostanzialmente analoghe a quelle attualmente previste per la Procura nazionale antimafia e antiterrorismo), consenta il “raggiungimento di una serie di obiettivi ormai indifferibili: così, la specializzazione della magistratura inquirente e giudicante, il potenziamento degli strumenti di coordinamento e collegamento delle indagini, il rafforzamento della collaborazione internazionale nello spazio giuridico europeo e non solo”.
L’inchiesta di Trani insegna altresì che è  necessaria un’agenzia di rating di natura europea, “ ossia un organismo super partes sotto l’egida della Commissione Europea che consentirebbe – in condizioni di reale (e non solo apparente) trasparenza – di operare le valutazioni sull’affidabilità degli emittenti, (specie degli emittenti sovrani) con personale competente, indipendente e qualificato, guidato da una governance “garantita” e immune da influenze (e traffici di influenze)”.

Ruggiero ha dimostrato come la giustizia occorre amministrarla “in nome esclusivo del popolo italiano”,parafrasando ed includendo la parola esclusivo nell’art.101 della Costituzione.
Parla anche delle banche indicando altri processi soprattutto per derivati ed usura oggettiva nei capitoli conclusivi del libro e giunge all’amara conclusione che gli intermediari finanziari hanno tradito quella funzione che la Costituzione detta: incoraggiare il risparmio per offrire al paese ex art.47 quella ricchezza che possa supportare l’impresa, che deve agire per fini sociali ex art. 3 e 41 della Carta.
Il papà, recentemente scomparso, nel giorno della lettura della sentenza gli regalò una cravatta tricolore, in ricordo della bandiera del nostro Stato:”«Figlio mio, indossala il giorno della sentenza del processo sul rating, vedrai che ti darà forza e coraggio».

E Ruggiero la indossò.

Il libro è bellissimo e dimostra che quando il Magistrato segue la Costituzione difende anche gli interessi dei più deboli.

Ruggiero è uno di questi, del calibro di Falcone: ama la toga e la onora con prestigio ed autorevolezza.