“Quando l’ho riconosciuta…”. Maria Angela Di Stefano non poteva e non voleva crederci. Suo marito è in carcere, “condannato ingiustamente”, come sottolinea lei a Il Giornale. Suo marito è Guido Gianni, il gioielliere condannato con l’accusa di omicidio volontario per aver sparato e ucciso due dei tre rapinatori che il 18 febbraio del 2008 hanno fatto irruzione nella sua gioielleria aggredendo brutalmente sua moglie. Per tutti, anche per l’opinione pubblica, fu legittima difesa. Per i giudici, però, no: e così lo hanno condannato a 12 anni e 4 mesi di reclusione. Indovinate chi firmò, tra gli altri, la sentenza? La giudice Iolanda Apostolico. Maria Angela l’ha riconosciuta in tv quando si è resa protagonista dello scontro con il governo dopo che, ironia della sorte, ha dichiarato illegittimo il trattenimento di tre immigrati tunisini nel Cpr di Pozzallo (sconfessando così il governo Meloni e il decreto Cutro). (Continua a leggere dopo la foto)
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Cosa ha provato Maria Angela lo rivela al Giornale: “Sconforto, impotenza. Guardavo le immagini in Tv e mi sono cadute le braccia, sono rimasta scioccata. Sì, scioccata. Non voglio pensare che quello di mio marito possa essere stato un processo politico. Spero non sia stato usato per secondi fini. Mi fa molta rabbia. Sicuramente posso dirle con certezza che è stato un processo anomalo. I rapinatori sono venuti in casa nostra, ci hanno fatto del male e mio marito è stato condannato per omicidio volontario, si rende conto? Lui non ha ucciso nessuno volontariamente. Mio marito Guido Gianni ha sparato per difesa! Mi chiedo solo perché non sia stata applicata la scriminante della legittima difesa. È una domanda che mi faccio ogni giorno”. (Continua a leggere dopo la foto)
Già il dubbio c’è. Perché in quel periodo il ministro Salvini si schierò al fianco di Guido Gianni e di sua moglie. Poi si è scoperta l’avversione e l’ossessione della giudice Apostolico proprio contro Salvini, dai post sui social (poi rimossi) alle manifestazioni in piazza per chiedere le sue dimissioni. La sua decisione nella sentenza, quindi, potrebbe essere stata influenzata proprio da questo. “Ho paura di dire quello che realmente penso. Ho molta paura e non vorrei esprimermi, meglio evitare”, dice per cautela la moglie Maria Angela. “Non mi sono mai schierata contro la magistratura perché ho paura che mi prendano di mira. Purtroppo non credo più nella giustizia, soprattutto dopo quello che sta emergendo. Un giudice dovrebbe essere giusto, imparziale e invece…”. Poi rivela: “Mio marito è in carcere da 16 mesi ormai e sta morendo, e io con lui. È dimagrito cinquanta chili e sta perdendo anche i denti. È un incubo”.
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