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Avete un Samsung? Ci sono brutte notizie per voi. Ecco chi scriverà le notizie che ricevete sullo smartphone

Pubblicato il 11/12/2023 20:51 - Aggiornato il 12/12/2023 13:47

L’Intelligenza artificiale è già uno strumento a disposizione delle più importanti aziende, ma non è certo detto che sia un bene, anzi. Nei prossimi anni il 18% del lavoro a livello globale potrebbe essere svolto dall’Intelligenza artificiale, questo affermava lo sconcertante report di Goldman Sachs nei mesi scorsi. Ancor più recente è l’esperimento di Amazon con robot umanoidi al posto dei magazzinieri, mettendo a rischio un milione di posti di lavoro. E neppure gli impieghi più concettuali sono, purtroppo, esenti dall’incedere, inquietante, dell’Intelligenza artificiale. Ad esempio, noi giornalisti che fine faremo? Sembra un futuro distopico, ma è già realtà. Il colosso dell’editoria digitale Axel Springer, che ha il quartier generale a Berlino e che è tra i venti principali editori digitali in Italia, pubblica Upday, sito internazionale di notizie. Ebbene, l’editore ha appena annunciato “un nuovo generatore di notizie di tendenza guidato esclusivamente dall’Intelligenza artificiale”. (Continua a leggere dopo la foto)
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giornalisti upday intelligenza artificiale

La sostituzione dei giornalisti “in carne e ossa”

In poche parole, se possedete un cellulare con sistema Android, dovete sapere che a breve quello che leggerete non sarà frutto dell’ingegno e della perizia umana: nessun giornalista “in carne e ossa” vi darà le notizie: sarà l’Intelligenza artificiale a farlo. La nuova app, che si chiamerà sempre Upday, debutterà la prossima estate. Upday era in origine una app pre-installata sugli smartphone Samsung Galaxy S7, ed era inizialmente concepita come semplice aggregatore di notizie. Poi, la crescita esponenziale sino a divenire un sito di notizie “autoprodotte” e di contenuti originali aveva portato all’apertura di una redazione anche a Milano, nel 2017; appena due mesi fa, il debutto negli Stati Uniti di Samsung News, aggregatore di notizie nato da una partnership tra Upday e il gigante sudcoreano. Redazioni in sedici Stati europei, lo sbarco anche sull’App Store del sistema operativo iOS, quello degli iPhone: una storia gloriosa e nessun problema di bilancio, tale da giustificare la dismissione del capitale umani in favore dell’AI. Peraltro, lo stesso gruppo pubblica, tra gli altri, i prestigiosi quotidiani cartacei Bild e Die Welt ed è proprietario anche del sito Politico, acquistato nell’ottobre 2021 per oltre un miliardo di dollari. Sta di fatto che nei prossimi giorni la redazione di Milano sarà chiusa, e saranno costretti a cercare un nuovo impiego tre giornalisti e una poligrafica. Già questo 2023 ha visto il licenziamento del direttore, Giorgio Baglio, oltre a quello di due redattori e un lavoratore poligrafico, e analoghe “sforbiciate” sono prevedibili in tutte le redazioni, come paventa anche il Corriere della sera. Thomas Hirsch, Ceo di Upday, ha infatti comunicato di essere ansioso di vedere “come il nuovo prodotto permetterà di sfruttare le opportunità e le possibilità dell’Intelligenza artificiale”. (Continua a leggere dopo la foto)
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Una deriva incontrollata (e pericolosa)

È una deriva che coinvolge non solo i giornalisti e gli editori, ma anche gli inserzionisti, i poligrafici e, anzitutto, i lettori che magari, in un futuro che speriamo non arrivi mai, formeranno le proprie convinzioni sulle notizie fornite in maniera acritica e asettica, senza spunti di riflessione o approfondimenti che solo la sensibilità umana può produrre. Siamo già al paradosso, dunque, di uno tra i primi venti editori digitali in Italia che non avrà più un giornalista “umano” e si affiderà soltanto a una macchina, per quanto sofisticata. È questo il futuro dell’informazione?

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