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Tariffe telefoniche, la stangata. Ecco quanto ogni gestore caricherà in più e perché (non è giusto)

Pubblicato il 11/12/2023 19:24

La notizia interesserà a molti, perché i rincari riguarderanno i principali gestori della telefonia, e così l’aumento sensibile dei costi delle tariffe mobili e di rete fissa, che in alcuni casi è già realtà, sta diventando un caso. Cerchiamo di fare chiarezza e, anzitutto, citiamo l’inflazione quale motivazione addotta dagli stessi gestori per i rialzi dei costi. Il meccanismo sarebbe pressoché automatico: gli aumenti sono agganciati al costo della vita. Ecco, dunque, che è scesa in campo l’Agcom, l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, intervenendo affinché vengano seguite delle linee guida da parte dei fornitori. Vediamo, pertanto, quel che succederà dal primo gennaio del 2024. I clienti che subiranno l’aumento dei costi, potrebbero ricevere una e-mail personalizzata, un Sms o un messaggio in fattura. Allo stato attuale, l’unica grande compagnia che non ha annunciato un rincaro dei propri servizi è Iliad. (Continua a leggere dopo la foto)
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Le motivazioni dei rincari

Una delle novità più discusse del 2023 nel settore della telefonia sono le tariffe indicizzate all’inflazione. Questo nuovo approccio, dapprima introdotto da Wind Tre e Tim, prevede un adeguamento periodico del canone mensile in base all’andamento dell’inflazione. Contrariamente alle rimodulazioni tariffarie, le tariffe indicizzate all’inflazione non offrono la possibilità di esercitare il diritto  di recesso, poiché l’adeguamento è considerato parte integrante delle condizioni contrattuali. Potremmo serenamente parlare di una clausola “capestro”. (Continua a leggere dopo la foto)
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Gli aumenti di Tim

Tim, ad esempio, già nel novembre del 2022, aveva annunciato quanto riportato dal Corriere della sera: “Si potranno prevedere l’adeguamento annuale dei prezzi all’andamento dell’inflazione, incrementato di un coefficiente di maggiorazione predeterminato”. A qualsivoglia tasso di inflazione, l’aumento del costo non dovrebbe superare mai il 10% in un anno. Ad ogni modo, ogni anno il costo mensile che l’utente dovrà corrispondere aumenterà in base all’inflazione calcolata dall’Istat, dunque applicando l’Indice dei prezzi al consumo armonizzato (Ipca). Oltre a ciò, Tim caricherà sulle tariffe un ulteriore 3,5%. Per fare un esempio pratico, se l’inflazione fosse pari al 2%, il costo mensile avrebbe un rincaro del 5,5%. La prima variazione è attesa per il mese di aprile 2024, calcolata in base al valore Ipca rilevato per l’anno solare 2023. Parimenti un ulteriore adeguamento sarà previsto nel 2025, in base al valore Ipca del 2024, cui si aggiungerà il già citato coefficiente del 3,5%. Si prospetta un salasso, insomma, che invero è già in essere: le ricaricabili hanno subito in alcune occasioni aumenti che partono da 1,99 euro fino a 2,99 euro. Quale forma di compensazione, Tim ha altresì annunciato un aumento di minuti e di giga per il traffico internet per i propri utenti. In maniera affatto dissimile, circa la rete fissa, Telecom Italia Mobile ha annunciato un aumento dei prezzi già per questo dicembre 2023, ad un costo che parte da 1,99 euro al mese fino ad un massimo di 5,4 euro al mese. (Continua a leggere dopo la foto)

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I rincari di Fastweb e quelli di Vodafone

Passiamo, ora, a Fastweb: a partire dal primo gennaio 2024, alcuni clienti di rete fissa pagheranno dai 0,01 euro al mese fino ad un massimo di 4,49 euro al mese. Già dal primo dicembre scorso è partita la divulgazione presso i clienti, ma in questo caso, al di là dell’inflazione, pesano anche i rincari delle materie prime e dell’energia, giacché Fastweb annuncia di voler fornire “una tecnologia sempre all’avanguardia e a impatto zero sull’ambiente”. Vodafone, invece, ha già effettuato gli aumenti, “viste le mutate condizioni economiche e di mercato e per garantire un’esperienza di connessione ottimale”, come è scritto sul sito. Vodafone ha innalzato i prezzi dallo scorso 18 ottobre 2023 per le Sim ricaricabili, di 1,99 euro al mese. Le linee fisse che fanno capo alla compagnia inglese non subiranno alcun aumento, ma cambieranno sistema, ovvero da bimestrali diverranno mensili, e ciò avverrà a partire dal 31 gennaio 2024. (Continua a leggere dopo la foto)

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L’annuncio di Wind Tre

Veniamo, infine, a Wind Tre, nata nel 2020 dalla fusione delle due compagnie. Sicuramente, da gennaio, i costi più alti riguarderanno i contratti a partita Iva delle offerte mobili “Professional Full Plus” e “Professional Full”: per loro il costo sarà maggiore di 2 euro al mese, a partire dal primo gennaio 2024. Il costo aumentato invece avrà luogo dal rinnovo successivo, l’11 gennaio 2024. Anche la rete fissa avrà gli stessi aumenti, con il carico Iva per i professionisti. Per i clienti con un’offerta mobile l’aumento verrà compensato dalla implementazione della velocità e dei giga compresi nella propria offerta. Il maggior traffico dati sarà fornito, ai clienti che hanno ricevuto il messaggio di testo, a partire dal prossimo 12 dicembre 2023. Quanto all’adeguamento automatico all’inflazione annuale si legge sui documenti nel sito di Wind Tre: “Da gennaio 2024 in caso di variazione annua positiva dell’indice FOI (un altro indice sintetico dell’inflazione, dettato dall’indice dei prezzi per le famiglie di operai ed impiegati, NdA) rilevata da Istat nell’ottobre dell’anno precedente”. La compagnia prospetta aumenti percentuali “pari almeno al 5%”.

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