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Flop vaccino, la plateale sconfitta di Pfizer, Burioni e compagnia: “Numeri imbarazzanti”

Pubblicato il 01/02/2024 22:31 - Aggiornato il 01/02/2024 23:23

Questa è la cronaca di un flop annunciato e sono i numeri imbarazzanti a certificare il fallimento epocale dell’ultima campagna di vaccinazione contro il Covid-19: il famoso “richiamo autunnale” col vaccino aggiornato, fortemente consigliato agli over 60 e ai fragili, nonché ai medici e gli operatori sanitari, che però anch’essi hanno disertato in massa, come abbiamo già scritto. Lo sottolinea la Fondazione Gimbe, che tramite i dati del Ministero della Salute ha pubblicato un’analisi indipendente sul posizionamento della nostra nazione sui vaccini rispetto agli altri Paesi europei. La fondazione, peraltro, ha svolto un lavoro suppletivo, in quanto l’Italia era uno dei soli sei Paesi che non ha inviato i dati sulla copertura vaccinale tra il primo settembre 2023 e il 15 gennaio 2024 allo European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC). Ci torneremo in seguito. Sicché la fondazione Gimbe ha condotto la sua analisi dipendente, per fare un confronto con gli altri Paesi europei, nonché tra le diverse regioni italiane. (Continua a leggere dopo la foto)
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Numeri imbarazzanti

I tassi di copertura più bassi, solo il 5,7%, si registrano per la fascia 60-69 anni. Nella fascia 70-79 anni l’Italia si colloca al quindicesimo posto, con una copertura vaccinale nazionale dell’11%. Il dato più “alto” si riscontra tra gli over 80, fascia nella quale si ha una copertura nazionale del 14,4%. “Le coperture raggiunte in Italia per tutte le fasce di età oltre i 60 anni – commenta il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta – documentano un sostanziale fallimento della campagna nazionale di vaccinazione contro il Covid-19. I tassi di copertura del 5,7% per la fascia 60-69 anni, dell’11% per la fascia 70-79 anni e del 14,4% per gli over 80 ci collocano solo davanti ai Paesi dell’Europa dell’Est, a Grecia, Malta, Liechtenstein e, solo per gli over 80, Cipro“. Siamo molto lontani dai risultati raggiunti nei paesi dell’Europa settentrionale, ma anche da Spagna, Portogallo e Francia, per tacere della Danimarca, “prima per copertura in tutte le fasce di età”, ancora nelle parole di Nino Cartbellotta. (Continua a leggere dopo la foto)
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“Sfiducia nel vaccino”, chissà perché

Lo European Centre for Disease Prevention and Control, il 26 gennaio, ha pubblicato un report in cui ha analizzato l’andamento della campagna vaccinale contro il coronovirus nella fascia degli over 60, quella più vulnerabile, tra i vari Paesi europei. L’Italia, però, come detto, non ha inoltrato i dati insieme ad altri cinque Paesi: Austria, Croazia, Germania, Lettonia e Svezia. “Sfiducia nel vaccino Covid e criticità organizzative”, leggiamo su Il Giornale d’Italia, sono per la Fondazione Gimbe alla base del fallimento della campagna d’autunno. Vi è forse una nuova consapevolezza sui danni collaterali e sui cosiddetti “malori improvvisi”. Dunque, la “sfiducia nel vaccino”, dobbiamo dire, ci pare fortemente motivata. Tra le regioni italiane in quelle del Mezzogiorno, al di là delle “criticità organizzative”, tale “sfiducia” risulta più diffusa, come è certificato dai dati Gimbe.

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