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“E’ un atto di guerra!”. Crosetto lancia l’allarme. Il ruolo dell’Italia, cosa sta succedendo

Pubblicato il 01/02/2024 12:35 - Aggiornato il 01/02/2024 12:37

Mentre le notizie dal Mar Rosso diventano sempre più preoccupanti, con l’ultimo attacco missilistico contro una nave americana che ha provocato gravi danni, il Ministro della Difesa italiano Crosetto lancia l’allarme. E lo fa durante una riunione informale del Ministri della Difesa dell’Unione Europea. “Gli attacchi degli Houthi alle navi del Mar Rosso sono un atto di guerra, non soltanto fisica ma anche ibrida. La strategia è di tagliare i vasi di comunicazione di alcuni Paesi incidendo sulle loro economie. Agevolandone altri, come quella cinese e quella Russa”, tuona il nostro rappresentante. Al centro della discussione fra i responsabili della sicurezza europea, oltre al Mar Rosso, il conflitto ucraino e le nuove tensioni nel Sahel. In un quadro internazionale che non può lasciare tranquilli. (continua dopo la foto)

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Tanto che Crosetto, compiacendosi del fatto che l’Unione Europea si stia muovendo in modo più veloce e coeso del solito, invoca anche l’intervento dell’Onu. In questo contesto, assume particolare rilievo il ruolo dell’Italia. Quello che a prima vista può sembrare un conflitto lontano, in realtà incide pesantemente sulla nostra economia. Si parla di perdite per 95 milioni al giorno. E la situazione potrebbe peggiorare per le possibili ripercussioni sui prezzi dell’energia. “L’Italia”, conferma il nostro ministro, “ha confermato la volontà di partecipare all’operazione Aspides (a difesa dei carghi commerciali, ndr). Forniremo una nave per tutta la durata della missione. Nello specifico saranno più navi ad alternarsi. Essendo una nuova missione vi sarà prima un passaggio parlamentare”. (continua dopo la foto)

Non si tratta di avere velleità belliche. Quella italiana, e quella europea più in generale, è una posizione ormai inevitabile, a difesa del proprio traffico mercantile e delle proprie economie. Le preoccupazioni per l’evolversi delle crisi internazionali non riguardano solo il nostro Paese. “Dobbiamo dotarci di strumenti che ci consentano di affrontare crisi esiziali, come le guerre, in modo rapido”, ha spiegato Crosetto. “Se non coniughiamo la democrazia con la velocità e il pragatismo rischiamo che gli attori non democratici ci battano nel medio e lungo termine”. Posizione condivisa dagli altri principali Paesi europei. Tanto che, dopo alcuni dubbi iniziali, anche la Spagna ha dato disponibilità per ospitare il Quartier Generale della missione. Piaccia o no, bisogna essere realisti e affrontare i focolai di guerra che si accendono nel mondo. Anche se non dipendono da noi.

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