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Nestlé, “trattamenti proibiti” sui prodotti. Per la multinazionale ora sono guai. Ecco i marchi coinvolti

Pubblicato il 31/01/2024 20:24 - Aggiornato il 31/01/2024 21:28

Acque minerali, lo scandalo che colpisce Nestlé – Il bicchiere è decisamente mezzo vuoto per la Nestlé, dato l’enorme scandalo che è scoppiato intorno all’acqua minerale che, con diversi marchi, viene commercializzata da Nestlé Waters, il principale produttore mondiale. Così, dopo lo studio che certificava la contaminazione da nanoplastiche nelle acque minerali di diversi Paesi, ora persino l’acqua è tornata nell’occhio del ciclone, o meglio, nel mirino delle autorità francesi è finita la Nestlé, che ha utilizzato trattamenti proibiti come filtri a raggi ultravioletti e carbone attivo su alcuni dei suoi prodotti, per “purificarli”. La divulgazione di tale pratica, che sarebbe andata avanti per anni, ha preso avvio da un’inchiesta di Le Monde e Radio France. Secondo le due testate, le normative violate e le pratiche ingannevoli su larga scala coinvolgerebbero almeno un terzo dei marchi transalpini. (Continua a leggere dopo la foto)
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Scandalo in Francia

I marchi interessati da questi trattamenti includono la celeberrima e iconica acqua Perrier, oltre a Vittel, altro marchio d’eccellenza, Hépar e Contrex, tutti di proprietà della Nestlé. Peraltro, è stata la stessa multinazionale ad averlo ammesso: la notizia è stata confermata da Muriel Lienau, a capo di Nestlé Waters Europe, a Les Echos, pur precisando che tali trattamenti fossero finalizzati a garantire la sicurezza alimentare delle acque e hanno portato l’azienda a “perdere di vista la questione della conformità normativa”. Un po’ bizzarra come giustificazione. Lienau ha sostenuto, poi, che elementi chimici si accumulano quando l’acqua passa attraverso le falde o le tubazioni delle fabbriche, e che per questo, dunque, si rende necessario l’uso di filtri, giustificando i trattamenti proibiti con “cambiamenti nell’ambiente attorno alle sue fonti, che a volte possono rendere difficile il mantenimento della stabilità delle caratteristiche essenziali” delle sue acque.. (Continua a leggere dopo la foto)
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Il Governo lo sapeva, dal 2021

Ma c’è anche un particolare, molto grave, che emerge dall’inchiesta: l’Eliseo e il governo francese ne sarebbero stato informati, sin dall’agosto del 2021, e avrebbero operato modifiche in violazione delle norme dell’Unione europea. Le regole europee, infatti, specificano che le minerali non devono essere “disinfettate”, perché le minerali devono essere di elevata qualità microbiologica, e non “ritoccate”, a differenza dell’acqua del rubinetto, disinfettata prima di diventare potabile. Eppure, queste pratiche erano un “patrimonio del passato”, ancora nelle parole di Muriel Lienau, ancorché fossero in uso, quantomeno, sino al 2021. L’esecutivo francese, si diceva, avrebbe seguito la vicenda fin da subito e sarebbe giunto poi alla decisione, il 22 febbraio 2023, “di allentare la normativa mediante decreti delle prefetture per autorizzare pratiche di microfiltrazione precedentemente note come non conformi e consentire così il proseguimento dell’attività su più siti”, secondo l’esplosiva inchiesta francese.

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