Il governo mette fine all’odiosa esclusione che in questi anni bui hanno dovuto subire i medici e gli infermieri che rifiutavano l’iniezione esercitando un principio non solo costituzionale, ma addirittura fondante del diritto e della civiltà moderna: quello dell’habeas corpus. La libertà di disporre del proprio corpo in piena coscienza è stata per anni negata di fatto sul presupposto, scientificamente infondato già all’epoca delle decisioni, che il non vaccinato avrebbe danneggiato e/o limitato la libertà altrui. Come è ormai di dominio pubblico, anche in conseguenza dell’esperienza diretta, questo presupposto era infondato, ma proprio su questo si era fondata l’ingiusta emarginazione dal lavoro di medici, infermieri e personale sanitario. (Continua dopo la foto)
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Domani il governo varerà un provvedimento che anticipa al 1° novembre la scadenza prevista a fi-
ne anno «dell’obbligo vaccinale per chi esercita la professione sanitaria», con conseguente reintegro sul lavoro di tutti coloro i quali si siano opposti alla vaccinazione coatta. Si tratta in base ai numeri ufficiali di 3.394 medici e i 2.600 infermieri, ma in realtà il fenomeno è molto più ampio è la politica del terrore e della propaganda che ha fin qui tenuto banco in materia di Covid lo ha volutamente sottostimato. Il ripristino delle fondamentali libertà costituzionali dei sanitari varrà anche per il futuro e quindi anche per tutti coloro si rifiuteranno di fare i richiami e che saranno molti ma molti di più vista l’assoluto fallimento della folle campagna per la quarta e quinta dose. Per ciò che attiene a questo provvedimento il nostro plauso al nuovo governo Meloni c’è, ma ricordiamo che al reintegro dovrà seguire un congruo ristoro dei danni economici subito da chi è stato vittima di un trattamento illegale e contrario alla dignità umana. Brava Meloni, ma non si fermi qui né per ciò che attiene ai lavoratori del comparto sanità, né per l’annullamento delle multe e la realizzazione di una vera commissione d’inchiesta sul Covid e sui danni da vaccino.