Vittorio Feltri, si sa, non ha mezze misure. E quando va all’attacco, ci va nel modo più diretto e crudo possibile. Come nel caso del suo ultimo editoriale pubblicato su Libero, in cui dice, tondo tondo, che alcune persone andrebbero “fucilate”, rievocando il “metodo Napoleone”. Ma chi è che ha fatto così tanto imbufalire il giornalista, tanto da auspicare la fucilazione di questi soggetti? Semplice: quelli che appiccano gli incendi che poi distruggono l’Italia. Scrive Feltri: “Oltre il 90% degli incendi che ogni estate devasta il nostro territorio è di origine dolosa e questo significa che a provocarli non è il caldo né il cambiamento climatico né il surriscaldamento globale né l’inquinamento né l’imminente apocalisse, bensì l’essere umano. Avviene da sempre. Quindi, specifichiamo, sono individui in carne ed ossa (e senza cervello) ad addentrarsi nella vegetazione per appiccare i roghi, muniti del materiale necessario”. (Continua a leggere dopo la foto)
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Scrive Vittorio Feltri a proposito di chi appicca gli incendi, prima di citare la fucilazione sul posto proposta da Napoleone: “Essi agiscono con consapevolezza e piena volontà di realizzare il danno e il delitto, ossia di nuocere, di uccidere. Trattasi dunque di criminali, i quali non si limitano a distruggere ettari ed ettari di terreni, coltivazioni, spazi pubblici e proprietà private, generando milioni e milioni di danneggiamenti, se non in certi casi miliardi, ma altresì si rendono colpevoli della morte di animali e persone, che periscono in una maniera atroce: carbonizzati”. Cosa fare, dunque? “Siamo di fronte ad assassini seriali, che devono essere puniti in modo adeguato, affinché la società acquisisca coscienza della gravità della condotta criminale posta in essere e la smania di adottarla si affievolisca”. (Continua a leggere dopo la foto)
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Feltri e la “fucilazione sul posto” di napoleoniana memoria
Da qui la citazione dotta di Vittorio Feltri sulla fucilazione sul posto, riprendendo Napoleone, il quale in una lettera del 1808 indirizzata al prefetto di un dipartimento della Francia meridionale, flagellato dalle fiamme, scrive: “Ella mi userà la cortesia di fucilare sul posto le persone sospette d’aver dolosamente provocato gli incendi”. La chiosa storica del direttore: “Da quel momento la problematica fu risolta, ovvero i fuochi si spensero in modo definitivo”. Alla fine, però, Feltri ci tiene a puntualizzare: “Lungi da me il proporre tale soluzione, […] essendo assolutamente contrario alla pena di morte, tuttavia […] che l’inasprimento delle pene in certi casi determina la quasi estinzione del reato”.
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