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Feltri attacca: “Catania, se fossero stati italiani…”. Di cosa accusa i “progressisti”

Pubblicato il 05/02/2024 18:49

La sinistra “invoca una società gender in cui le persone non sono né uomini né donne, né maschi né femmine e non hanno preferenze sessuali”. E’ una requisitoria in piena regola quella di Vittorio Feltri nella sua rubrica su Il Giornale. E prende spunto dall’orribile violenza che si è consumata a Catania, dove una ragazzina di 13 anni è stata aggredita e violentata da 7 immigrati egiziani. “Qualcuno di coloro che sino a ieri urlavano contro il patriarcato, contro l’educazione maschilista impressa dalle famiglie italiane, contro l’uomo bianco, pronuncerà un parola in merito a questo stupro di gruppo condannando questi extracomunitari che pure abbiamo accolto?”, si chiede il popolare giornalista. Che si risponde poi che in effetti la domanda è retorica. Perché questo non avverrà. (continua dopo la foto)

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“Se questi giovanotti fossero stati italiani”, prosegue Feltri, “per settimane avremmo letto sui giornali commenti e seguito dibattiti televisivi sulla destra maschilista che sta rovinando il Paese”. In effetti, certi silenzi imbarazzati e certi distinguo che sono arrivati dal mondo “progressista” lasciano senza parole. Perché i fatti di Catania sono gravissimi. E c’è una ragazzina, poco più di una bambina, la cui vita è stata segnata per sempre. Insieme a quella del suo fidanzato, picchiato e costretto ad assistere alle violenze. Un comportamento sadico da parte degli aggressori che rende il tutto ancora più terribile. Come fa notare il giornalista, “il patriarcato non è una prerogativa italiana, ma domina in molti Paesi africani e islamici, dove la sottomissione della donna non viene nemmeno messa in discussione”. (continua dopo la foto)

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Feltri ricorda il fenomeno delle spose bambine, contro cui si battono diverse associazioni. E poi la presunta superiorità del maschio, le punizioni culturali, le lapidazioni. “Questo costumi sono incisi nella mentalità di chi arriva qui e crede di comportarsi come se fosse ancora al suo Paese”. Per il giornalista, il vergognoso silenzio di chi fino a ieri denunciava il patriarcato non è casuale. Ma è figlio di un’ideologia progressista “solo fintamente femminista che, di fatto, è a favore della cancellazione dei generi per produrre una società piatta, spersonalizzata, omogeneizzata e senza differenze”. E che quindi vede nel maschio bianco occidentale il suo unico nemico.

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