Premessa: Gianluigi Paragone è, prima di tutto, un giornalista e uno scrittore. E’ conosciuto e seguito da molti lettori, il suo pensiero si caratterizza per indipendenza e originalità. Recentemente ha pubblicato un libro, intitolato “Moderno Sarà Lei”, in cui attraverso un viaggio nel passato si affronta il presente con le sue ambiguità. Un libro di memoria e di analisi sui rischi di disumanizzazione di un mondo contemporaneo dominato dalla tecnologia. Un tema indubbiamente interessante e attuale, che vale la pena approfondire. Si può essere d’accordo con lui oppure no, ma la democrazia dovrebbe nascere da un confronto aperto di idee, da un dibattito sui temi proposti. Non su preconcetti e chiusure ideologiche. Ma per una certa sinistra, affezionata evidentemente al concetto di censura, questo non va bene. Se qualcuno esprime un parere diverso da quello dominante nei circoli radical chic, allora non deve avere spazio. Gli va tappata la bocca.
I fatti sono questi: Paragone è stato invitato a presentare il suo ultimo libro, “Moderno Sarà Lei”, presso la sala conferenze della Bcc valdostana ad Aosta. Un evento che ha visto il patrocinio della Regione e la partecipazione del Vicepresidente del Consiglio Valle, Aurelio Marguerettaz. Apriti cielo. Non importa che non fosse un incontro politico, ma una discussione aperta su un libro che presenta temi di grande attualità. Subito è scattato un coro indignato. Prima con un’interrogazione in Consiglio promossa da Chiara Minelli, consigliera in quota alla lista Progetto Civica. “Quando ho ricevuto via mail l’invito alla conferenza di Paragone organizzata dalla Presidenza del Consiglio regionale sono rimasta sorpresa”, ha affermato la Minelli. “Mi sono chiesta come era possibile che un Presidente del Consiglio regionale eletto in una lista progressista volesse offrire una vetrina al leader di Italexit, sostenitore di tesi antieuropeiste e contiguo a formazioni politiche di destra”.
Alla Minelli si è aggiunta Adu, formazione di estrema sinistra, che ha accusato Marguerettaz perché “la sua presentazione del libro impegna la massima istituzione Valdostana”. Per Adu, Paragone è “il volto del complottismo”. La solita etichetta che sia affibbia a chi si oppone al pensiero unico. Anziché discutere di contenuti, si ragiona per slogan e pregiudizi. Si appiccicano etichette diffamatorie e si invocano censure. Pazienza che Italexit sia una formazione indipendente. Il peccato originale di Paragone è aver dialogato ed essersi confrontato con tutti, quindi anche con la destra. Per la sinistra perbenista, basta e avanza per invocare censure e per indignarsi se uno scrittore osa esprimere le proprie idee e magari ha anche l’ardire di volerne discutere. Sia con chi è d’accordo con lui, sia con chi non lo è. Questa per noi si chiama libertà di pensiero. Concetto che a qualcuno, evidentemente, dà molto fastidio.