“Ormai è da due lustri che i progressisti non sanno più chi sono e cosa fanno. Diamo loro un sostegno psicologico, tipo il bonus psicologo”. E’ durissimo Vittorio Feltri nel suo intervento di oggi su Il Giornale. Il noto giornalista prende spunto da una notizia che ha lasciato i più esterrefatti. La decisione di una giunta di sinistra di cambiare nome a Cervinia, una delle più note mete sciistiche italiane, perché quello attuale, conosciuto in tutto il mondo, avrebbe “origini fasciste”. Oltretutto per sostituirlo con un nome francese, La Breuil. Una follia che ha mandato su tutte le furie anche gli stessi abitanti della località montana, per le conseguenze sul turismo e per le lungaggini burocratiche che una simile, cervellotica decisione comporterebbe. (continua dopo la foto)

Feltri ha preso spunto da questa a dir poco discutibile iniziativa per mettere alla berlina le strategie con cui la sinistra vorrebbe contrastare il governo Meloni. Pur ammettendo che l’opposizione deve fare il suo lavoro, il giornalista ha sottolineato la mancanza di spessore delle iniziative dei progressisti. “A meravigliarmi è la vacuità assoluta, delle proposte e dei contenuti offerti all’elettorato”, ha sottolineato. La sinistra sarebbe dunque smarrita, confusa e inconcludente. “Sono andati avanti e hanno potuto governare pur perdendo sistematicamente le elezioni. Quindi senza legittimazione popolare. Sono bravi a fare le manovre di palazzo, gli inciuci e gli intrighi. Questa è la loro specialità”. (continua dopo la foto)

Il giornalista sottolinea come, continuando così, i progressisti sarebbero destinati a naufragare in una spirale di autolesionismo infinito. Mentre gli italiani sono sempre più in difficoltà, i leader della sinistra si perdono in battaglie senza senso e senza spessore. Ecco perché secondo Feltri avrebbero davvero bisogno del bonus psicologo. Il giornalista, alla fine del suo intervento, trae una conclusione. “Sono a favore della riforma costituzionale per introdurre il presidenzialismo in Italia”, scrive. “Sarebbe un’assicurazione contro l’indigesta consuetudine a calare direttamente i governi dall’alto per farli atterrare direttamente sulle balle degli abitanti della Penisola”. La riforma della Costituzione, insomma, come argine agli intrighi di Palazzo. E alle propostine “ridicole e grottesche” dei progressisti.