x

x

Vai al contenuto

Di Maio confessa il ricatto dell’Ue: “Senza riforme non potremo spendere fondi Pnrr”

Pubblicato il 25/05/2021 16:46

Lontani i tempi dei viaggi di Di Maio in Francia per andare a dare il supporto ai gilet gialli. Lontanissimi i tempi in cui il M5S si diceva antieuropeo e criticava l’Ue. Adesso Di Maio piega la testa e obbedisce ai diktat di Bruxelles, così tanto da arrivare a ripetere la solita litania “made in Europe”, ossia che servono le riforme. “Colgo l’occasione – dice Di Maio alla presentazione di Roma Smart City – per lanciare un appello a tutti. La partita delle semplificazioni non è una partita come tutte le altre. Allora chiedo a tutti di essere uniti, perché senza riforme non riusciremo a spendere il Pnrr”. Eccola la verità, dunque. Detta chiara e tonda: o si fanno le riforme che vuole l’Ue, o non ci sarà nemmeno un centesimo del Recovery Fund. (Continua a leggere dopo la foto)

Inoltre, il “tanto atteso” annuncio è arrivato. Solo gli euroinomani più incalliti speravano questo momento non sarebbe mai arrivato, convinti che la pandemia avesse potuto cambiare l’Ue, certi che il Recovery Fund fosse davvero una donazione da parte della cara Europa per farci riprendere dalla crisi e dalla tragedia. E invece no: dal 2023 tornerà anche l’austerità. Il vicepresidente della Commissione Ue, Valdis Dombrovkis, ha infatti annunciato che dal 2023 tornerà il patto di stabilità e verrà disattivata la clausola di salvaguardia. Che vuol dire? (Continua a leggere dopo la foto)

La notizia – ovviamente – è stata fatta passare in sordina, per paura che anche i più duri di comprendonio capissero quanto fosse falsata la narrazione sull’Europa e sul Recovery Fund. Le assurde regole economiche dell’Ue non cambiano dunque, la crisi per loro è già passata e ora è tempo di tornare a pensare a vincoli, tasse e riscossioni. Quindi, mentre ancora non si è visto un solo centesimo del Recovery, da Bruxelles iniziano a presentare il conto (salatissimo) all’Italia. (Continua a leggere dopo la foto)

Il diktat è sempre lo stesso: vi diamo i soldi del Recovery Fund ma fate tutto quello che diciamo noi, applicate le riforme che vogliamo noi e, inoltre, vi sbrigate anche a pagare i debiti che avete contratto per prendere questi soldi in prestito. Un vero affare! Dal 2023 torna in vigore il Patto di Stabilità, che per l’Italia vuol dire riforme, ossia tasse per ripagare i debiti con Bruxelles. Chi pagherà il conto più alto? I cittadini, ovvio. E Di Maio ora fa il cavalier servente di questa Ue.

Ti potrebbe interessare anche: Dalla Francia: “Dio è felice quando gli italiani crepano”. L’odio sui social dopo Stresa