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“Come in Italia”. La Croazia entra nell’Euro e arriva subito la beffa: cittadini in rivolta. Cosa è successo

Pubblicato il 03/01/2023 13:32 - Aggiornato il 19/01/2023 11:11

Cari amici della Croazia, noi lo sappiamo bene come funziona. E se ci aveste dato retta avreste evitato anche voi questo supplizio. Il primo gennaio la Croazia è diventato il ventesimo paese dell’area Euro, con grandi festeggiamenti e la presenza della Von Der Leyen. Ma già dal giorno dopo i cittadini croati si sono accorti della beffa. Con l’entrata nell’Euro i prezzi in diverse catene al dettaglio sono stati notevolmente arrotondati al rialzo. La situazione è stata da subito considerata grave, tanto che il ministro dell’Economia Filipović ha dovuto convocare presso il Ministero un incontro con i rappresentanti delle associazioni di categoria e i direttori delle più grandi catene di vendita al dettaglio in Croazia. (Continua a leggere dopo al foto)

Un ulteriore segnale è arrivato dal fatto che anche il primo ministro Plenković ha annunciato su Twitter di aver convocato un incontro con i rappresentanti dell’Ispettorato di Stato, dell’Amministrazione fiscale e doganale, con l’obiettivo di “proteggere i consumatori da aumenti di prezzo ingiustificati”. Anche se diversi responsabili di catene della distribuzioni hanno prontamente negato che la cosa dipendesse da loro, la gente si è accorta di questi forti aumenti immediatamente. Gli utenti dei social media ne hanno parlato tutto il giorno, citando esempi specifici di prodotti che improvvisamente hanno ottenuto un prezzo più alto con il nuovo anno solare, come se i drastici aumenti di prezzo a cui i consumatori hanno assistito ogni giorno nell’ultimo anno non fossero sufficienti. (Continua a leggere dopo al foto)

Sui social network sono scoppiate forti proteste. Alcuni prodotti hanno infatti subito rincari dal 10 al 20%. Ad esempio, scrive Scenari Economici, “il burro domestico, che ora Lidl pubblicizza a un prezzo “favorevole” di 2,89 euro, ovvero 21,77 kune, fino a poco tempo fa costava 13,59 kune, secondo i consumatori”. Conclude in modo sarcastico l’articolo: “Comunque diamo il benvenuto alla Croazia nell’Euro e lasciamo che i croati possano godere degli stessi piaceri di cui hanno goduto gli italiani”.

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