Dopo l’incontro del 10 agosto a Marina di Bibbona, si torna a parlare di un rapporto sempre più stretto, e interessato, tra Beppe Sala e Beppe Grillo. Il sindaco di Milano in quell’occasione aveva twittato: “La giornata al mare da Beppe Grillo è stata molto piacevole. Abbiamo parlato di tante cose, ma non di ciò a cui tanti pensano e cioè delle elezioni milanesi”. E infatti pare che alle elezioni milanesi Beppe Sala non voglia proprio pensarci, perché ha altri piani per la sua carriera e per il suo futuro. E cosa c’entra allora Grillo? A raccontare il retroscena è Gianni Barbacetto con un’esclusiva su Il Fatto Quotidiano: Sala vuole prendersi la guida di Tim-2. “Sala ha ormai maturato la decisione di non ricandidarsi a Milano e di puntare invece a un posto manageriale nazionale. Alla guida della società pubblica che potrebbe nascere da Telecom Italia per gestire la rete e le infrastrutture telefoniche”.
Il posto a cui ambisce Sala è irraggiungibile senza l’ok dei Cinquestelle, per questo il primo passo fondamentale è stato passare per Grillo, il quale continua a pubblicare pezzi sul suo blog in cui chiede che Telecom Italia si deve spezzare in due società: “Bisogna dividere i servizi dalle infrastrutture, creando finalmente due società separate. La prima società sarà focalizzata sulle attività commerciali e dei servizi verso i clienti finali. La seconda società sarà proprietaria di tutte le infrastrutture che comprendono: le torri di Inwit, la rete mobile (incluso il 5G), i data centel; il cloud, la rete internazionale di Sparkle e la società sulla fibra derivante dall’integrazione della rete fissa di Telecom con quella di Open Fiber”.
Ed è a questa seconda società controllata dalla mano pubblica che sta puntando Beppe Sala, diventando uno dei manager più strategici del Paese. Che Sala non si voglia ricandidare l’hanno capito in tanti. Scrive ancora Barbacetto: “La campagna elettorale sarà durissima, il centrodestra sarà all’attacco in una città che resta fedele al centrosinistra solo nei quartieri del centro. Sala è uscito molto indebolito dalla pandemia, che ha rallentato, se non bloccato, la narrazione trionfale della metropoli in eterna espansione. Meglio non rischiare e partire per nuove avventure. Che hanno bisogno di sponde grilline”.
Beppe Sala è già stato manager Telecom nel 2005, direttore generale della società nata allora dalla fusione tra Telecom Italia e Tim. Poi ha fatto il commissario di Expo e infine il sindaco di Milano. Ora è tempo di tornare alla vecchia carriera, e nella sua testa punta alla poltrona più alta, la più importante, quella del nuovo colosso strategico delle telecomunicazioni italiane. Grillo permettendo.
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