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Autostrade, altri problemi sulla sicurezza: nuovi sequestri su 9 viadotti (3 sono sull’A1)

Pubblicato il 20/11/2019 16:05

Dopo la notizia diffusa oggi su un report che testimonierebbe il fatto che Autostrade fosse a conoscenza del “rischio crollo” del Ponte Morandi già dal 2014, e quindi di aver ignorato una tragedia annunciata, è di queste ore un’altra notizia che riguarda la rete controllata dai Benetton. “Sono stati fatti interventi di manutenzione ordinaria destinati a creare pericolo per la pubblica incolumità”: è quanto scrive il Gip di Avellino nel decreto di sequestro preventivo delle barriere bordo ponte di nove viadotti, disposto su richiesta della Procura. Questa volta a finire al centro delle attenzioni dei pm sono anche tre ponti situati sull’A1 Napoli-Milano, oltre ad altri sei sulla A14 Bologna-Taranto e la A16 Napoli-Canosa.

Come riporta Il Fatto Quotidiano, l’operazione rientra nell’inchiesta bis nata dopo la strage di Acqualonga del luglio 2013, quando un pullman di pellegrini volò giù da un viadotto sulla Napoli-Canosa nel territorio di Monteforte Irpino: morirono 40 persone. L’indagine si concentra proprio sulla sicurezza e la manutenzione delle autostrade da parte di Aspi, la società del gruppo Benetton coinvolta anche nella strage del Ponte Morandi. I sequestri vanno ad aggiungersi a quelli del maggio scorso tra la Bologna-Taranto e la Napoli-Canosa, quando la procura di Avellino aveva chiesto e ottenuto il sequestro preventivo delle barriere posizionate ai bordi di 12 viadotti”.

“Il giudice ricorda come gli interventi ora al centro dell’inchiesta sulla sicurezza, furono ordinati da Autostrade per l’Italia proprio dopo la strage del luglio 2013, quando le barriere non avevano retto lo scontro con il bus che precipitò in una scarpata provocando 40 morti. L’inchiesta bis, come anticipato da Il Fatto Quotidiano lo scorso 23 settembre, muove da pagina 65 della perizia dell’ingegnere Felice Giuliani dell’università di Parma. Il perito del giudice contestava ad Autostrade di non aver adempiuto all’art. 7 del d.m. 223/92, il “Regolamento recante istruzioni tecniche per la progettazione l’omologazione e l’impiego delle barriere stradali di sicurezza”.

Scrive Il Fatto: “L’articolo assegna all’Anas e al concessionario del tratto autostradale il compito di trasmettere al ministero delle Infrastrutture un rapporto biennale sull’efficienza delle barriere. Aspi non avrebbe provveduto. A scriverlo era stato il direttore generale del ministero, Virginio Di Gianbattista, in una lettera di risposta alle richieste del perito del 26 luglio 2018, che è agli atti”. Negli ultimi mesi, dopo il crollo del ponte Morandi, le inchieste della magistratura sulla ‘salute’ dei viadotti si sono moltiplicate.

Un’indagine-bis della procura di Genova ipotizza infatti che “i report di Autostrade sullo stato di 5 ponti erano quasi routinari e quindi non corrispondenti alla realtà. Si tratta di un altro viaodotto dell’A16, il Paolillo, oltre al Pecetti e il Sei Luci a Genova, il Moro vicino a Pescara e il Gargassa a Rossiglione. Sotto accusa con l’ipotesi di falso ci sono 10 tecnici di Autostrade e Spea”.

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