Il crollo del Ponte Morandi, che aveva sconvolto l’Italia a ridosso del Ferragosto e causato 43 vittime, con le indagini ancora in corso per accertare le responsabilità dell’accaduto. Poi il tratto di A6 Torino-Savona disastrato dal maltempo. La A10 Genova-Ventimiglia ridotta da settimane a una sola corsia per colpa dei piloni non in sicurezza, con gli automobilisti costretti ad armarsi di pazienza e affrontare code chilometriche. Non bastasse, in una Liguria ormai abbandonata a sé stessa con le sue strade e autostrade pericolanti, ecco arrivare l’ultimo bollettino: il crollo di un pezzo del soffitto della galleria Berté, lungo la A26 dei trafori, all’altezza di Masone.
Per un puro caso, in quest’ultima, occasione non ci sono stati feriti tra gli automobilisti in transito, tutti riusciti fortunatamente a schivare i detriti. L’ennesimo segnale che aspettare non è possibile: procedere con la revoca della concessione autostrade ai Benetton, come annunciato in passato tante volte senza però che alle parole seguissero i fatti, dev’essere una priorità per il governo giallorosso. Che non può farsi certo spaventare dall’odioso ricatto messo in atto dal gruppo Atlantia, che prima aveva cercato di far leva sul suo interesse per Alitalia per tentare di scoraggiare l’esecutivo e poi è passato alle minacce vere e proprie, pronto a chiedere 23 miliardi in caso dovesse perdere i propri privilegi.
Se ne stanno convincendo, per fortuna, anche dall’altra parte della barricata. Ai Cinque Stelle, che da tempo si battono per strappare la gestione delle autostrade ai Benetton, si stanno aggiungendo in queste ore anche le voci provenienti da Liberi e Uguali e dal Partito Democratico. Uno dei big, Andrea Orlando, ha parlato di misura colma. Tutti tranne i renziani, insomma, che continuano a tacere di fronte agli episodi di cronaca che testimoniano lo stato di abbandono delle tratte italiane, nella migliore delle ipotesi ingolfate e nella peggiore pericolose. Una situazione di fronte alla quale tergiversare ancora sarebbe offensivo di fronte ai cittadini italiani, soprattutto quelli liguri, che schiumano giustamente rabbia.
Atlantia ha dato ampia, eccessiva dimostrazione di non essere in grado di gestire le autostrade dello Stivale. La reazione alle nuove norme inserite nel Milleproroghe, che stabiliscono la possibilità di trasferire di fronte a casi eccezionali il controllo della rete stradale all’Anas, è stata inqualificabile: una lettera in cui, di fatto, si minaccia il governo di chiedere un conto salatissimo in caso di revoca in base al “principio di affidamento e a tutela del patrimonio della Società e di tutti gli stakeholders”. Della tutela dei cittadini, ovviamente, non si fa minimamente menzione.
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