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Anche la Gabanelli lo scrive: scuole chiuse? Il caos lo ha creato il governo

Pubblicato il 30/11/2020 12:49

Un caos totale, grottesco, quello che ha segnato la gestione dell’emergenza scuole da parte del governo fin dall’inizio. Prima all’insegna della confusione, poi dello scarico di responsabilità, come da copione. Di norma, toccherebbe allo Stato prendere decisioni in materia. Non a caso durante la prima ondata, a marzo, si era stabilito che i sindaci non potessero misure in contrasto con quelle decise a livello nazionale. Una regolata poi eliminata a luglio, quando la curva dei contagi lasciava spazio all’ottimismo. Poi, però, ecco arrivare la seconda ondata.

Anche la Gabanelli lo scrive: scuole chiuse? Il caos lo ha creato il governo

A novembre, governo e ministero dell’Istruzione aveva deciso per la chiusura delle scuole superiori in tutta Italia, con le zone rosse ferme alla prima media. Didattica a distanza massiccia, insomma, con la possibilità però per i governatori di intervenire con misure ancora più restrittive in caso di urgenza. Visto che la norma che vietava ai Comuni di andare contro lo Stato era stata nel frattempo abrogata, la facoltà di adottare altre limitazioni veniva di fatto attribuita anche ai sindaci. Da lì in poi, il caos.

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La Campania aveva subito optato per la chiusura di tutti gli istituti, prima ancora delle decisioni del governo, con le famiglie ad appellarsi al Tar senza però successo. Di lì a poco, la Puglia aveva deciso di imitare l’esempio, con i genitori insorti anche in questo caso ottenendo però due responsi diversi in tribunale: a Bari era stata data ragione ai cittadini che chiedevano il rispetto del diritto all’istruzione, a Lecce invece no. Alla fine si era optato per una via di mezzo: scuole riaperte ma ai presidi era riconosciuta facoltà di chiuderle. In Calabria, Regione in grave difficoltà sul fronte sanitario dopo anni di mala gestione, ognuno per la sua strada: scuole chiuse a Crotone, Vibo Valentia e Catanzaro. Il Comune di Maida aveva tentato il record: istituti chiusi, poi riaperti dal sindaco, poi richiusi la notte stessa.

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Milena Gabbanelli ha sottolineato in queste ore sulle pagine del Corriere dell Sera come, a fronte di tanta incertezza, di soldi ne sono spesi tanti proprio per evitare questo caos. 331 milioni di euro per adeguare gli spazi delle scuole e renderle sicure, di cui 9.915 milioni alla Calabria, oltre 31 alla Campania, quasi 25 milioni alla Puglia. Ad aggravare il quadro il caos trasporti, con Regioni e Comuni immobili e il ministero competente a rassicurare: “C’è riciclo d’aria sui mezzi, nessuna paura”. E il nervo scoperto della didattica a distanza: in Calabria, per esempio, il 30% delle famiglie non ha internet in casa. Situazione non troppo migliore in Basilicata, Molise, Puglia e Sicilia. Regioni nelle quali, tra l’altro, la criminalità non può che gioire dell’abbattimento di uno dei presidi della legalità: la scuola.

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