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Ci schederanno tutti! C’è l’accordo sull’Identità digitale europea, come funzionerà il “Green pass dei documenti”

Pubblicato il 03/07/2023 22:01 - Aggiornato il 03/07/2023 22:02

Sarà una sorta di Green pass universale, una sinistra evoluzione del famigerato certificato verde, che in un certo senso ha fatto da apripista alla “Identità digitale europea” funzionale, a sua volta, al “Portafoglio digitale europeo”, come vedremo in seguito, ovvero l’ultimo progetto perverso della Unione europea: è stato infine raggiunto un accordo politico “provvisorio” tra il Consiglio e il Parlamento Ue sugli elementi fondanti di un nuovo quadro per l’Identità digitale europea (eID), di cui già per tempo ci eravamo occupati, per illustrarne gli allarmanti sviluppi che potrebbe comportare, anzitutto come potentissimo strumento di controllo sociale. I lavori tecnici per completare il testo giuridico di riferimento dell’eID proseguiranno, ora, conformemente all’accordo politico provvisorio raggiunto e il testo definitivo, dunque, verrà formalmente presentato ai rappresentanti degli Stati membri. (Continua a leggere dopo la foto)
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Il progetto e gli obiettivi per il 2025

È già dal 2021 che la Commissione europea sta predisponendo un quadro per un’identità digitale europea, da completare entro il 2025. Ora, il nuovo regolamento punta a garantire alle persone e alle imprese l’accesso universale a un’identificazione e un’autenticazione elettroniche “sicure e affidabili”, almeno così dicono, mediante un portafoglio digitale personale sul proprio smartphone. L’idea è di sostituire l’uso della carta d’identità e la firma elettronica con valore legale, conservando e gestendo non solo i dati relativi alla propria identità e i documenti ufficiali in formato elettronico, ma anche ogni altro documento, come le prescrizioni mediche o i titoli di studio. Il portafoglio, inoltre, sarebbe un mezzo di identificazione elettronica a sé stante, come leggiamo su L’Indipendente. Gli Stati membri designeranno organismi pubblici e privati accreditati per certificare il portafoglio come previsto dal Regolamento sulla cybersicurezza. E se la nostra password venisse, in qualche modo, comunque violata? Sono tante le incognite che suscita un tale provvedimento. (Continua a leggere dopo la foto)
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Come funzionerà l’Identità digitale

L’obiettivo è quello di creare uno strumento europeo di identità digitale armonizzato, denominato Portafoglio europeo di identità digitale (European Digital Identity Wallet – EUDI Wallet). Ad esempio, lo Spid italiano e gli strumenti analoghi degli altri Paesi europei confluirebbero nella nostra identità digitale. L’Identità digitale europea potrà essere utilizzata, tra le altre cose, per usufruire di servizi pubblici, aprire un conto in banca, presentare la dichiarazione dei redditi, iscriversi a un’università su tutto il territorio dell’Unione, noleggiare un’auto mostrando la patente digitale, fare il check-in in albergo. (Continua a leggere dopo la foto)
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I rischi evidenziati persino dal Wef

Il pericolo insito in tutto ciò, ovvero la raccolta di dati sensibili da parte di terzi, è stato denunciato persino dal World economic forum di Davos, i paladini del Grande Reset, nel recente rapporto Reimagining Digital ID, potendo inoltre comportare “l’identificazione, la sorveglianza e la persecuzione di individui o gruppi”, in pieno stile cinese, nonché l’esclusione sociale dell’individuo che non ne sia, per qualche ragione, in possesso e dunque non potrebbe accedere a taluni servizi, specie con il contestuale, annunciato, avvento dell’euro digitale. Inoltre, in merito alla diffusione di dati sensibili, con il rischio che cadano in mani sbagliate, si nota come il sistema digitale possa consentire a terze parti di rintracciare e sfruttare i dati delle persone.

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